Il messaggio di Mattarella alla Perugia-Assisi: aumentino i costruttori di pace
Francesca Sabatinelli e Federico Piana – Città del Vaticano
“E’ importante che anche quest’anno la marcia sia stata confermata e che possa dare a tante persone e a tanti giovani la possibilità di esprimere la volontà di un domani migliore e l’impegno a farsi generatori di pace”. Con questo messaggio il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, si è rivolto ai partecipanti e agli organizzatori della Catena Umana da Perugia ad Assisi che si svolge questa domenica. Una iniziativa senza precedenti: 25 chilometri, la distanza che separa Perugia dalla città del santo poverello, di catena di costruttori di pace. Per rispettare le norme anti pandemia, la manifestazione si svolge in forma statica andando a sostituire la classica Marcia per la Pace degli anni scorsi.
La pace è strettamente connessa ai grandi temi globali
Da questa iniziativa, scrive il Presidente, “proviene ogni volta un messaggio popolare molto forte, che scaturisce dalla consapevolezza del carattere integrale della pace e della stretta connessione tra i grandi temi globali”, quali: la lotta a povertà e diseguaglianze, il contrasto al cambiamento climatico, la cooperazione per assicurare ai popoli il diritto allo sviluppo sostenibile.
Cresca il numero dei costruttori di pace
“La stessa azione di contrasto alla pandemia – scrive ancora Mattarella – può divenire una modalità di costruzione della pace”, poiché “la cultura della cura è una dimensione della fraternità tra gli uomini, è un fattore di coesione sociale e può diventare vettore di un’economia orientata a un più equilibrato e duraturo sviluppo”. Il richiamo è dunque a non far mai venire meno la voce di chi chiede la pace e il rispetto dei diritti dell’uomo e soprattutto ad essere sempre più “numerosi nel cantiere della pace”.
Prendersi cura: chiave di lettura dell’iniziativa
La catena umana di oggi chiude due giorni di dibattiti, riflessioni e incontri sulle azioni praticabili per poter tentare di pacificare il mondo e curare le sue ferite fatte di egoismi, povertà, sopraffazioni e guerre. Questi giorni, nella grave situazione in cui la società si è trovata a causa della pandemia, sono stati dedicati alla cura reciproca. “Il prendersi cura, come dice Papa Francesco, è il contrario della cultura dell’indifferenza”, aveva spiegato a Federico Piana, nei giorni precedenti all’evento, Flavio Lotti, membro del comitato organizzatore.
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