In Africa sono sempre più gravi gli effetti secondari della pandemia
Orazio Coclite e Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Guai a leggere male le cifre della pandemia in Africa. L'errore sarebbe davvero superficiale. Nel continente, infatti, i numeri sono nettamente più bassi rispetto ad altre parti del globo. I positivi sono poco più di un milione e settecentomila, mentre le vittime circa 41mila. Rispettivamente circa il 4% dei casi mondiali ed il 3% dei morti totali. Questo stando, appunto, alle cifre ufficiali, in un contesto dove però i tamponi effettuati sono drasticamente inferiori rispetto ad altre realtà. Il punto però è un altro: il Covid-19 sta causando disastri sia da un punto di vista sanitario che in ambito sociale ed economico. A pagare il prezzo più alto, ancora una volta, gli Stati con maggiori fragilità e le persone più indigenti.
Gli effetti sugli ospedali
A raccontare la situazione in Africa, ed in particolare in 8 tra i Paesi maggiormente in difficoltà, è don Dante Carraro, direttore di Medici con l'Africa Cuamm. "Le persone hanno paura ad andare negli ospedali e questo vale per tutti! Dalle donne incinta, che rischiano tantissimo partorendo nelle loro case, ai figli delle stesse. Spesso - sottolinea il sacerdote nell'intervista a Vatican News - i più piccoli non vengono portati in ospedale per paura del contagio, con tutto ciò che ne consegue in particolare per quanto riguarda i vaccini. La malaria, il morbillo stanno creando una situazione pericolosissima visto il tracollo delle vaccinazioni". Dunque si crea un paradosso: il sistema sanitario è meno pressato rispetto ad altri continenti dall'emergenza coronavirus, ma da un punto di vista della salute la situazione peggiora di mese in mese. Anche per quanto concerne la prevenzione.
Il dramma dei poveri
"Un'altra conseguenza della pandemia - aggiunge don Carraro - consiste nel devastante impatto sull'economia cosiddetta informale. I lavoratori giornalieri non hanno possibilità spesso di svolgere la loro mansione abituale, sia essa legata alla vendita di prodotti o all'offerta di servizi". Le difficoltà maggiori le incontrano le persone più povere, ed è a loro che va rivolta un'attenzione costante in questo periodo così difficile. "Non possono essere lasciati soli", ammonisce il sacerdote, ricordando come "il sostegno della comunità internazionale è fondamentale. Del resto anche in Paesi ricchi sono decisivi gli aiuti, come nel caso dell'Unione Europea".
Cuamm in Africa
Medici con l'Africa Cuamm è dunque in prima linea per sostenere le persone più fragili. In che modo? "Sono quattro le nostre azioni. Innanzitutto cerchiamo di mettere in sicurezza - spiega don Carraro - il personale sanitario, con mascherine, tute e quanto occorre per far sì che possano operare senza correre rischi. Poi è fondamentale isolare i reparti Covid negli ospedali, sia per la sicurezza degli altri pazienti, che - ribadisce - per evitare che le persone abbiano paura a recarsi nelle strutture. La nostra attenzione - aggiunge il sacerdote - è rivolta ai più bisognosi, che non devono mai essere lasciati soli. Infine - conclude - il nostro impegno consiste anche nel sensibilizzare l'opinione pubblica, affinché non venga meno l'attenzione ed il sostegno della comunità internazionale".
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