Il lancio del premio Zayed 2021 per la Fratellanza Umana
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Creato nel 2019, il premio Zayed per la Fraternità Umana, precedente assegnato a Papa Francesco e al Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad al Tayyeb per la firma ad Abu Dhabi del Documento sulla Fraternità nel 2019, apre per la prima volta alle candidature. Saranno prese in considerazione, si legge in un comunicato, coloro che “sono profondamente impegnati in iniziative che riuniscono le persone e promuovono la coesistenza pacifica”. Il processo di selezione si chiuderà entro il primo dicembre e il vincitore o i vincitori saranno annunciati il 4 febbraio 2021. In palio un milione di dollari.
L’impegno per una pacifica convivenza
Il premio è un omaggio allo sceicco Zayed bin Sultan al Nahyan, fondatore degli Emirati Arabi Uniti, distintosi per i suoi valori di umiltà e rispetto che proprio il premio intende celebrare. “Le candidature – si legge - possono essere presentate da membri del governo, ex capi di Stato, giudici della Corte Suprema, leader delle Nazioni Unite, personalità accademiche e culturali di spicco, responsabili di Ong internazionali e membri dell'HCHF (Comitato Superiore della Fratellanza Umana che riunisce le persone di tutto il mondo, nello spirito di una pacifica convivenza ed è composto da leader religiosi internazionali, studiosi e personalità di spicco della cultura). A giudicare sarà una commissione composta dall’ex presidente della Repubblica Centrafricana Catherine Samba-Panza, da Muhammad Jusuf Kalla, ex vicepresidente della Repubblica di Indonesia, da Michaelle Jean, già 27.mo Governatore Generale e Comandante in Capo del Canada, poi il cardinale Dominique Mamberti, prefetto del supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e infine Adama Dieng, ex consigliere speciale dell'Onu per la prevenzione del genocidio.
Un cambiamento positivo
Il giudice Mohamed Abdulsalam, Segretario Generale del Comitato Superiore della Fratellanza Umana, ha ribadito di essere onorato per essere custode di questa iniziativa che rafforza le relazioni umane, esorta a costruire ponti di dialogo e a migliorare la comprensione e la cooperazione tra le nazioni. Adama Dieng ha evidenziato l’importanza di riconoscere chi “in modo disinteressato e instancabile” lavora per “realizzare un cambiamento reale e positivo” al di là delle divisioni che sono sempre nemiche del progresso, impediscono la “condivisione delle conoscenze necessarie per innovazioni rivoluzionarie” e favoriscono “incomprensioni che possono portare a conflitti e violenze”.
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