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Il Colosseo durante la Via Crucis del 2019 Il Colosseo durante la Via Crucis del 2019 

S.Egidio: il Colosseo si illumina contro la pena di morte

L'iniziativa della Comunità coinvolge oltre duemila città in tutto il mondo, unite per l'abolizione della pena capitale, con iniziative ed eventi on line. Mario Marazziti: è un movimento che continua a crescere malgrado l'anno di difficoltà

Michele Raviart - Città del Vaticano

Questa sera alle ore 19.00 il Colosseo sarà illuminato in modo speciale per ricordare la campagna promossa dalla Comunità di Sant’Egidio per l’abolizione della pena di morte nel mondo. Il monumento simbolo di Roma già si illumina ogni volta che un Paese cancella dal proprio ordinamento la pena capitale o un condannato a morte vede commutata la sua pena in ergastolo. Dal 2001, il 30 novembre è stato scelto da Sant’Egidio come data per iniziative specifiche, in ricordo del 30 novembre del 1786 quando Il Granducato di Toscana, governato da Leopoldo II, fu il primo Stato occidentale a vietare la pena capitale.

Mobilitate migliaia di persone

Oltre a Roma saranno 2.300 le “Città della vita” che promuoveranno eventi, conferenze e seminari, principalmente online a causa della pandemia. “Immaginiamo il monumento più famoso di morte che diventa il testimonial della vita che unisce più di duemila città del mondo”, spiega a Vatican News Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio. “È un modo nuovo per creare anche contraddizioni all’interno degli Stati che mantengono la pena di morte a partire dalla società civile”, ribadisce, e questo “mobilita centinaia di migliaia di persone”.

Ascolta l'intervista integrale a Mario Marazziti

Online l'evento di quest'anno

L’evento principale si potrà seguire oggi a partire dalle 17.30 sul sito della Comunità di Sant’Egidio ed è un webinar che sostituisce il tradizionale appuntamento che si svolgeva al Colosseo. Gli hashtag #stand4humanity e #nodeathpenalty fanno da titolo all’incontro al quale interverranno rappresentanti delle Istituzioni, come il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, insieme ad esperti, attivisti e testimoni della società civile provenienti da Africa, Asia, Europa e Nord America. L’obiettivo, si legge nel comunicato della Comunità, “è dare forza al movimento abolizionista e lanciare un messaggio al mondo per la difesa della vita e dei diritti umani”.

In diminuzione l'applicazione della pena di morte nel 2020

In questo senso, spiega ancora Marazziti, nel 2020 si è continuato a “registrare una diminuzione della pena capitale nel mondo. Abbiamo visto che negli Stati Uniti ci sono state solo 15 esecuzioni – è terribile anche una, ma è il numero più basso in 25 anni. Se non ci fossero le esecuzioni federali che la presidenza Trump ha riavviato dopo 17 anni, addirittura sarebbero state solo otto”. Un “anno ambiguo” quindi, “ma nel mondo oggi siamo a 142 Paesi che non usano più la pena capitale. 56 la mantengono, ma solo venti l’hanno usata nell’ultimo anno e quest’anno il Colorado e il New Hampshire l’hanno abolita”, continua Marazziti, “in Asia, la Mongolia guida un ripensamento su questo tema e in Africa negli ultimi anni l’hanno abolita nove Paesi”.

All'Onu si discute della moratoria internazionale

La giornata cade nel momento in cui alle Nazioni Unite si sta discutendo sulla nuova moratoria per la pena di morte nel mondo. Un percorso che va avanti dal 2007 e che si propone di allargare sempre di più il numero di Paesi disposti a sospenderne volontariamente l’applicazione. “Dai 103 e i 107 voti la prima volta nel 2007, rispettivamente in commissione e nell’Assemblea plenaria”, sottolinea Marazziti”, “oggi siamo a 120 voti favorevoli e il voto finale sarà il 12 dicembre. Ci auguriamo si possano aggiungere uno o due Paesi in più e anche qualche astensione in più tra i voti contrari. È un movimento che in un anno difficile continua a rimanere stabile e a crescere ed è un grande segnale di come sta cambiando il mondo”.

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30 novembre 2020, 13:06