Non solo Covid: l’Ue discute di misure di inclusione
Fausta Speranza – Città del Vaticano
La Francia riapre: il presidente Macron ha annunciato lo sblocco del lockdown anche se gradualmente a tappe. Anche in Italia si parla di riduzione dei contagi. C’è la speranza che arrivi presto il vaccino ma non potrà accadere prima delle festività, periodo ad altissimo rischio contagi. Si parla di un numero massimo di persone a tavola, ma soprattutto delle piste da sci. L'Austria vuole tenerle aperte, la Francia si prende 10 giorni per decidere. Il primo ministro italiano Conte ieri ha avviato il dibattito con la presidente von der Leyen anche perché si ipotizzano sostegni europei al settore. In ogni caso, se si va verso misure straordinarie, è fondamentale coordinarsi il più possibile. Assurdo e controproducente che un Paese le tenesse aperte e un altro confinante no. Si dicono d’accordo il cancelliere tedesco Merkel e Macron e a livello informale c’è già una scadenza: un’intesa su misure concertate entro il 2 dicembre.
A Bruxelles si discute anche del piano di azione per l'inclusione
C’è da dire che l’emergenza Covid rischia di assorbire tutte le energie e l’attenzione, anche mediatica, che non dovrebbero mancare su altri fronti: ieri la commissione Ue ha presentato il piano di azione per l’inclusione sociale che dovrebbe essere lanciato per il periodo 2021-2027: si parla di migranti, di lavoro, di accesso ai servizi sanitari, di alloggi adeguati a prezzi accessibili, ma si legge anche di misure per l’istruzione e la formazione inclusiva dalla prima infanzia all'istruzione superiore, con particolare attenzione alla facilitazione del riconoscimento delle qualifiche e all'apprendimento linguistico, tramite il sostegno dei fondi dell'Ue. E misure per la promozione dell'accesso ai servizi sanitari, anche per la salute mentale, per le persone provenienti da un contesto migratorio. Oltre a prevedere finanziamenti appositi, il piano d'azione intende garantire che le persone siano informate sui loro diritti e riconosce le specifiche difficoltà incontrate dalle donne, specialmente durante la gravidanza e dopo il parto. Il piano d'azione sostiene inoltre lo scambio d'informazioni tra gli Stati membri.
Per soffermarsi sull'importanza di questo tipo di politiche comuni a lungo termine abbiamo intervistato l'esperta di questioni migratorie Laura Terzera, docente presso il Dipartimento di Statistica dell'l'Università degli Studi di Milano-Bicocca:
La professoressa Terzera sottolinea l'importanza di punti cardine per una società come quelli del settore dell'istruzione e della sanità. Commenta il piano di azione della Commissione per i migranti mettendo sostanzialmente in luce diversi punti. Il primo è che l'inclusione passa effettivamente attraverso il risanamento di alcune ingiustizie sociali, che si evidenziano quando parliamo di necessità fondamentali come appunto i servizi sanitari oltre all'alloggio e un lavoro oltre alla conoscenza della lingua del paese che ospita. Poi Terzera ribadisce che è proprio in momenti come quello attuale, in cui i flussi migratori sono fermi, che bisogna approfittare per avviare politiche che non debbano rispondere all'emergenza ma che possano essere il frutto di un impegno pensato, ponderato perché sia a lungo termine e dunque foriero di risultati veri.
Andare oltre i cliché
Un altro aspetto che Terzera ritiene importante sottolineare riguarda il fatto che si parla in ogni caso di società intera, di scommesse e potenzialità che riguardano tutta la popolazione, ribadendo innanzitutto che la presenza di migranti si avverte a tanti diversi livelli della società mentre nell'opinione pubblica a volte è confinata in alcuni spazi ristretti di riflessione. A questo proposito, Terzera cita gli ultimi dati dell'Ocse che confermano che un quarto dei medici dei Paesi europei e un terzo del personale infermieristico sono stranieri. E poi la docente che si occupa di demografia e migrazioni spiega che tutte le questioni che riguardano la presenza di migranti non sono riconducibili solo a argomentazioni legate all'assistenza sociale! Molti aspetti - ricorda - hanno a che fare con tante opportunità per chi viene ospitato ma anche per i Paesi ospitanti. In questo senso, secondo Terzera, almeno sulla carta a livello programmatico il piano di azione della Commissione Ue è importantissimo e completo, perché propone politiche di solidarietà ma anche chiama ad una responsabilizzazione, in termini di lingua da imparare o formazione da curare, da parte dei migranti e ha come obiettivo lo sviluppo di tutti.
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