Europa e Usa accelerano sul vaccino. Leoni: distribuzione, sfida senza precedenti
Marco Guerra – Città del Vaticano
In molti Paesi d’Europa si attenua la curva del contagio, meno casi anche in Italia dove però resta alto il numero della vittime giornaliere, ieri sono state 731, il record della seconda ondata.
La corsa al vaccino
Intanto la Commissione Europea ha concluso con CureVac un quinto contratto per la fornitura di vaccini anti Covid-19, arrivando così a 1,2 miliardi di dosi prenotate. L’Europa si è impegnata con cinque case farmaceutiche ma delle due che hanno già certificato un'efficacia superiore al 90% c'è però solo la Pfizer. Moderna si è infatti impegnata con gli Stati Uniti e conta di iniziare a distribuirlo negli Usa prima della fine dell’anno.
Il ministro Speranza: prime dosi a gennaio
"Entro la fine di gennaio dovremmo avere le prime dosi” ha dichiarato il ministro della salute italiano Roberto Speranza confermando l’accelerazione sulla disponibilità del vaccino anti-Covid. “La sicurezza e l’efficacia prima di tutto” ha ammonito Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell'Oms. Intanto medici di famiglia e pediatri di libera scelta dichiarano lo stato di agitazione per denunciare il collasso degli ospedali, e dei pronto soccorso, ma anche della rete territoriale e chiedono l’assunzione di nuovi medici di medicina generale convenzionati, di guardie mediche e di medici del 118.
Polemiche sui test dai medici di base
Molti medici di base criticano anche l’ipotesi che sia assegnato loro il compito di effettuare test e tamponi sui sospetti positivi. Secondi i diversi ordini regionali di categoria mancherebbero le condizioni per intervenire in sicurezza su un soggetto, con rischi di Covid all’interno degli studi medici, luoghi che vedono un ingente passaggio anche altri tipi di pazienti e di soggetti fragili.
Leoni: cruciale la distribuzione del vaccino
“La problematica più importante sarà la distribuzione, perché non è mai capitato di dover diffondere con tale necessità e velocità un vaccino che dovrà riguardare centinaia di milioni di persone contemporaneamente”, spiega a VaticanNews Giovanni Leoni, vice presidente Federazione degli Ordini dei Medici (FNOMCeO)
Criteri e priorità per la somministrazione
Oltre tutto, secondo Leoni, bisognerà tenere in considerazione l’affidabilità del vaccino, la tipologia, ovvero se in mono o doppia somministrazione, e la possibilità che ci siano forniture di vaccino differenti. In ogni caso bisognerà partire da alcune categorie a rischio che Leoni elenca: personale sanitario, lavoratori a contatto con il pubblico, forze dell’ordine, poi tra la grande massa dei cittadini bisogna partire con i soggetti fragili, ovvero gli anziani e quelli con più patologie.
Test e medici di base
Riguardo alla possibilità che i medici di base inizino a fare test e tamponi, Leoni ritiene che serve “attrezzarsi” perché sarebbe una funzione che “va ad aggiungersi all’assistenza generale e alla vaccinazione antiinfluenzale”, bisogna quindi separare cronologicamente coloro che vanno allo studio per vaccinarsi da coloro che vi si recano per fare il tampone. Il vice presidente della Federazione degli Ordini dei Medici denuncia infine che una parte importante della popolazione nutre diffidenze nei confronti del vaccino: “Un sondaggio condotto in Veneto mostra che il 30% dei cittadini ha dei dubbi a farsi la vaccinazione anti-Covid, ho fatto presente che, stante alla gravità della situazione, le persone che non vorranno sottoporsi alla vaccinazione dovranno essere isolate, altrimenti non arriveremo mai all’immunità di gregge che si raggiunge solo quando gli anticorpi sono presenti nel 90% della popolazione”.
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