Il Papa e la piaga della violenza contro le donne, una profanazione di Dio
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
"Troppo spesso le donne sono offese, maltrattate, violentate, indotte a prostituirsi... Se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra, dobbiamo tutti fare molto di più per la dignità di ogni donna". Sono parole importanti quelle che Papa Francesco affida ad un tweet sul suo account @Pontifex in occasione dell'odierna Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Per cogliere il grado di civiltà di un popolo, di una società o di un uomo basta volgere lo sguardo tra le pareti di una casa, sul ciglio di una strada, tra le immagini di un film o di una pubblicità. “Da come trattiamo il corpo della donna - ha affermato Papa Francesco nella Santa Messa dello scorso primo gennaio - comprendiamo il nostro livello di umanità”. “Le donne sono fonti di vita. Eppure - ha aggiunto il Pontefice durante quella celebrazione, nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio - sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna”. Il Papa, sul suo account su twitter, lo scorso 19 giugno in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti ha sottolineato che “la donna racchiude in sé la custodia della vita, la comunione con tutto, il prendersi cura di tutto”.
Libertà e dignità
La violenza contro le donne è una ferita per l’intera società. Nel 2016, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Papa ha scritto queste parole: “Quante donne sopraffatte dal peso della vita e dal dramma della violenza! Il Signore le vuole libere e in piena dignità”. Sempre nel 2016, nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Pontefice ha ricordato che il cantico del Magnificat, il canto di Maria, ci porta a pensare anche a tante situazioni dolorose attuali, in particolare alle donne vittime della violenza, "alle donne schiave della prepotenza dei potenti, alle bambine costrette a lavori disumani, alle donne obbligate ad arrendersi nel corpo e nello spirito alla cupidigia degli uomini”. “Possa giungere quanto prima per loro - aveva concluso - l’inizio di una vita di pace, di giustizia, di amore, in attesa del giorno in cui finalmente si sentiranno afferrate da mani che non le umiliano, ma con tenerezza le sollevano e le conducono sulla strada della vita, fino al cielo”.
Donne schiave
Nell’intervista al Papa di Valentina Alazraki, trasmessa dall’emittente messicana Televisa nel 2019, il Pontefice ha sottolineato che “il mondo senza la donna non funziona”. Ma in diverse regioni del pianeta, anche in Europa, sono ridotte in schiavitù. “Quando ho visitato un centro di recupero per ragazze nell’Anno della Misericordia – ha detto tra l’altro Papa Francesco - una aveva un’orecchia mozzata, perché non aveva portato abbastanza soldi. Hanno un controllo speciale sui clienti, allora se la ragazza non fa il suo dovere la picchiano o la puniscono come è successo a quella. Donne schiave”.
Le donne sono forza genuina per la vita della famiglia
La donna offre un indispensabile apporto alla società, in particolare con la sua sensibilità e intuizione verso l’altro, il debole e l’indifeso". Lo ha affermato il Santo Padre incontrando, il 25 gennaio 2014, le partecipanti al Congresso nazionale promosso dal Centro Italiano Femminile. L’animo della donna - ha spiegato - è la “genuina forza per la vita della famiglia”, per un clima di serenità e senza di lei “la vocazione umana non può essere realizzata”. "Le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l’animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l’irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma una realtà senza la quale la vocazione umana sarebbe irrealizzabile. E questo è importante. Senza questi atteggiamenti, senza queste doti della donna, la vocazione umana non può essere realizzata".
Storie di dolore e riscatto
Tra le storie di vittime di violenze ci sono anche quelle di donne che hanno vissuto, in vari Paesi del mondo, i drammi della persecuzione e della discriminazione contro le comunità cristiane. In questo video pubblicato da Vatican News il 23 febbraio del 2018 due volti emblematici: quelli di Isham - figlia di Asia Bibi, la donna cristiana pachistana che ha trascorso più di 9 anni in carcere per un'accusa di blasfemia - e di Rebecca Bitrus, cristiana nigeriana per 2 anni nelle mani di Boko Aram. I loro sguardi, nonostante il dolore e la sofferenza, sono ricolmi di speranza.
(Ultimo aggiornamento 25 novembre 2020, h 11.46)
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