I giovani e le presidenziali Usa
Fausta Speranza - Città del Vaticano
Secondo i più autorevoli studi in materia, il voto 2020 - che vede il democratico Joe Biden sfidare il presidente Donald Trump – vedrà recarsi alle urne 150 milioni di elettori. Sarebbe un'affluenza altissima, come non si ricorda da tempo. E in particolare si sta assistendo ad un crescente interesse dei giovani, come emerso con il voto anticipato in alcuni Stati. Al di là degli ultimi sondaggi, che attestano in vantaggio Biden anche se con un margine che si è ridotto nell’ultima settimana, a colpire sono l’estremizzazione del discorso politico e il fenomeno delle fake news: negli ultimi tre mesi sono stati denunciati 6000 siti con notizie artificiosamente false. Dalla Chiesa negli Stati Uniti continua ad arrivare l’appello a mantenere sempre la dimensione del dialogo, come racconta Maddalena Maltese, giornalista della rivista Città Nuova e collaboratrice di La voce di New York:
La giornalista sottolinea innanzitutto un dato: molti tra i giovani hanno scelto di esprimere il proprio consenso con il voto per posta. E questo nonostante il presidente Trump abbia ripetuto spesso la sua personale convinzione che il voto per posta esponga a frodi. Il 55% dei giovani democratici lo ha scelto, ma anche il 28% dei coetanei repubblicani. Maltese ricorda che tra questi giovani, molti hanno assistito, da vicino o meno, ad alcune sparatorie in contesti scolastici. E poi spiega che molti di loro vanno al College e in questo momento hanno difficoltà maggiori per la delocalizzazione. Spesso gli studenti si indebitano per pagare le tasse e la pandemia li ha messi in crisi perché sono venuti meno molti dei lavoretti con cui riuscivano a pagare le rette e perché percepiscono come più problematico il loro futuro lavorativo, mentre dovranno ripagare i debiti. E poi, Maltese ricorda che tanti sono stati spinti a interessarsi al discorso politico dopo l’uccisione dell'afroamericano Floyd da parte della polizia in un contesto incomprensibile: per una questione quindi di giustizia sociale.
La campagna elettorale e le polarizzazioni
Maddalena Maltese racconta anche di tante iniziative messe in atto in questa campagna elettorale per spingere le persone ad andare a votare: da inviti da parte di personaggi dello spettacolo a cartelli affissi fuori dei negozi. Il clima dunque è di grande partecipazione ma purtroppo – rileva Maltese – lo è perché prevale una forte polarizzazione e divisione all’interno del Paese. Dalla Chiesa cattolica – racconta – sono arrivati e arrivano appelli a conservare una dimensione di dialogo, non dimenticando i termini come incontro o moderazione. E poi ci sono anche diverse mobiltazioni da parte di ambienti universitari come la Georgetown University per incoraggiare, ad esempio, all’ascolto delle ragioni dell’altro.
Per quanto riguarda il tema delle fake news, Maltese spiega infine che, da una parte è normale che i giovani ne siano tra i primi destinatari perché sono tra i primi fruitori dei social media, ma dall’altra ciò mette in luce un fenomeno incoraggiante: grazie alle loro capacità digitali sono anche i più veloci e attenti quando si parla di factchecking, cioè dell’impegno a controllare le informazioni e dunque a smascherare le falsità.
La vigilia del voto
Potrebbero essere, dunque, circa venti milioni in più gli statunitensi a recarsi alle urne rispetto a quattro anni fa, in un Paese dove l'elezione del Presidente è in realtà indiretta: ai 538 Grandi Elettori eletti spetta poi ufficialmente il compito di scegliere chi andrà alla Casa Bianca. Decisivi, come in passato, alcuni Stati: quest’anno in particolare i riflettori sembrano puntati su Florida, Arizona ed Ohio. Ultime ore a disposizione per i comizi: undici quelli di Trump in meno di 48 ore tra Midwest e Sud. Simile l’impegno di Biden. La pandemia è il tema principale anche in questi ultimi momenti di campagna elettorale: “Se voterete Biden finirete chiusi come in Europa, i medici gonfiano i dati per soldi”, ha tuonato Trump. “Siamo stanchi dei tweet, della paura e dell'odio. E' il momento per Trump di fare le valigie, ricostruiremo il Paese”, ha affermato Biden. Venendo al voto, non sempre vince il candidato che prende più preferenze totali: contano infatti gli Stati conquistati. Anche l’ultima volta, nel 2016, la democratica Clinton ottenne quasi 3 milioni di voti in più di Trump, ma fu sconfitta. Pandemia, economia e questione razziale: sono questi i temi caldi che, secondo gli analisti, decideranno il futuro presidente degli Stati Uniti d’America.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui