Appello degli scienziati italiani contro l'infodemia
Fausta Speranza – Città del Vaticano
Sono già circa 300 gli scienziati che hanno sottoscritto la lettera aperta maturata all'interno del Consiglio nazionale delle ricerche per rivendicare serietà e credibilità. Una presa di posizione significativa giustificata dall'inondazione di notizie ma anche di fake news cui assistiamo di fronte alla diffusione dell'infezione da Covid-19. Gli esperti rivendicano l'importanza di “una informazione scientifica rigorosa e puntuale, non fuorviante e manipolabile a tutela del valore, dell'utilità e dell'indipendenza della scienza”.
Per capire la gravità del fenomeno e individuare i vari livelli su cui matura un'informazione scorretta su tematiche così urgenti come la pandemia, abbiamo intervistato l'esperta di biomedicina e dirigente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) Emilia Vitale:
La studiosa ribadisce come la scienza debba parlare di dati e non di opinioni, come il giornalismo debba fare divulgazione ma non spettacolarizzazione, come i politici debbano proporre strategie ma senza manipolare a piacimento eventuali nuove o presunte elaborazioni di laboratorio. Non si può salutare una pubblicazione scientifica osannandone l'autore – spiega - e poi, dopo qualche giorno, fare come se quella pubblicazione non ci fosse stata.
Cita l'incipit dell'appello: “Con questo appello intendiamo primariamente rivolgerci ai nostri colleghi scienziati in uno spirito identitario di appartenenza ad una stessa comunità cui competono espressioni e comportamenti precisi e attenti, ma è a noi parimenti evidente che dovrebbero anche arrestarsi le interferenze della politica sulla scienza, giunte fino contestare ad un collega la paternità scientifica di un importante lavoro, le manipolazioni giornalistiche, con titoli ad effetto e di parte, la spettacolarizzazione televisiva che, troppo attenta all’audience, alimenta scontri personali senza pretendere risposte concrete e competenti.” Per poi spiegare che frasi ad effetto, espresse con linguaggi imprecisi e fuorvianti, finiscono con il confondere le persone, promuovendo comportamenti pericolosi o screditando la scienza, aprendo dunque ad altri comportamenti scorretti e dannosi.
Oltre le fake news
Non si tratta solo di fake news, sottolinea Vitale. Il punto è che si assiste a strumentali contrapposizioni, fomentate per spettacolarizzare o per fini ideologici, come giustificare una o un'altra proposta politica. Si scivola sul terreno di protagonismi eccessivi, competenze dilatate e antagonismi personali fuori luogo. Tutto questo, secondo gli scienziati, è a dir poco sterile. Dunque, innanzitutto l'appello è rivolto ai colleghi: sono i primi che devono avere rispetto della gravità della situazione, del lavoro silenzioso in cui molti sono impegnati ma soprattutto rispetto per la Scienza, per il suo inestimabile valore di conoscenza e sostegno allo sviluppo della società. “Non esistono Scienze diverse, una allarmista e una riduzionista o una di destra e una di sinistra”, ribadisce Vitale.
L'auspicio di collaborazione
La confusione che si ingenera non aiuta le persone a capire sviluppi e comportamenti utili, ma non aiuta neanche un sano scambio tra esperti. Vitale ricorda che ci sono progetti che promuovono e che si fondano sulla collaborazione tra scienziati a livello internazionale ma soprattutto a livello di Paesi dell'Unione europea, ma sottolinea anche che non si tratta della collaborazione che sarebbe necessaria. Secondo Vitale, non si è raggiunto ancora il livello di scambi che sarebbe auspicabile.
L'antitesi tra scienza e velocità
Lo studio non può essere superficiale, veloce, ricorda Vitale. Viviamo invece in un'epoca in cui sembra affermarsi l'idea che sulle gravi questioni e perfino sui casi scientifici si possa avere soluzioni veloci. E' un'illusione sbagliata – sottolinea la scienziata - che non aiuta né la ricerca né la comprensione. Quando si parla di scienza si parla per definizione di tempi lunghi, di ricerche e analisi, di sperimentazioni. La raccomandazione degli scienziati che hanno firmato il documento, dunque, è chiara: ci si deve attenere a una base dati riconosciuta, un bagaglio di conoscenza in continua evoluzione, cui ci si deve ricondurre evitando linguaggi incauti e logiche condizionate dall’audience o dall’indirizzo ideologico. E Vitale ricorda come la Storia insegni che quando l’indipendenza della Scienza viene violata si va incontro all’arbitrio, al regresso, alla barbarie. Cita il drammatico caso delle leggi razziali basate su presunti presupposti genetici.
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