Gli effetti del Covid-19 su occupazione e lavoro in America Latina
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Sono oltre 30 milioni le persone nella regione latinoamericana attualmente in cerca di lavoro. A causare l’aumento della disoccupazione, di oltre 2,5 punti percentuali rispetto allo scorso anno, è stata la pandemia di Covid-19 e la conseguente flessione dell’economia. Se la situazione attuale mostra numeri da record per l’area, non sono rosee le previsioni per il futuro. L'organizzazione dell'Onu avverte infatti che il tasso di disoccupazione potrebbe salire ulteriormente all'11,2% anche in presenza di un moderato ritorno alla crescita che non consentirebbe il recupero del terreno perduto durante la crisi. Parlando in videoconferenza da Lima, il direttore regionale dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), Vinicius Pinheiro, ha detto che l’area di America latina e Caraibi è stata colpita duramente dalla crisi, anche più di altre nel mondo, attribuendo questa battuta d'arresto "in gran parte a problemi strutturali preesistenti e ben noti" come le "elevate disuguaglianze sociali".
La debolezza economica dell'America Latina
Alla fine di gennaio, prima che scoppiasse la crisi del coronavirus, l'Oil aveva già avvertito che il numero di disoccupati latinoamericani e caraibici era destinato ad aumentare nel 2020 a causa della debole crescita economica. “Ci troviamo di fronte, per la prima volta in America Latina, ad un cambiamento veramente radicale nell’ambito occupazionale” dice a Vatican News Gianni La Bella, docente di Storia Contemporanea all’Università di Modena- Reggio Emilia ed esperto di America Latina per la Comunità di Sant’Egidio, e aggiunge : “A questo aumento della disoccupazione va aggiunto anche il crollo di numerose aziende nell'ambito turistico, alberghiero, e di importanti imprese industriali”.
Gli effetti della disoccupazione su povertà e diseguaglianze
I dati sulla perdita di occupazione in tutta la regione hanno forti ricadute in ambito sociale, aumentando i livelli di povertà e le diseguaglianze in una situazione già molto difficile per quei Paesi che stanno sperimentando la debolezza dei servizi sanitari e di assistenza socio-economica per le fasce più povere della popolazione. L’antidoto più importante nel breve periodo, osserva il professore, dovrebbe venire dal ruolo delle amministrazioni pubbliche, cioè dello Stato, e sottolinea come lo Stato in tutta l’America Latina si trovi in una situazione di debolezza strutturale di lungo periodo, perché l’area ha sperimentato negli ultimi 25 anni le "cure da cavallo" imposte dalla cultura neoliberale.
Un nuovo approccio di sviluppo
“Questo – continua l’esperto della Comunità di Sant’Egidio - è il primo grande problema che produce in America Latina uno stato di permanente difficoltà e aumento delle diseguaglianze, quindi da questo punto di vista bisogna forse riprendere in considerazione il suggerimento, e questa situazione rivela quanto sia stato profetico ciò che è presente nella lettera che il Papa scrisse ad aprile 2020 ai movimenti popolari, richiamando la comunità internazionale a concentrarsi attorno allo studio, per la prima volta, di un salario universale che vada incontro a queste fasce consistenti di popolazione che vivono di un lavoro informale, pensiamo al mondo dei cartoneros, alla gente che vive di un'economia dei piccoli commerci, ai trasporti”. Il professore pone quindi l’accento sulla peculiarità del mondo del lavoro nell’area, che è un lavoro molto specifico e molto povero di garanzie e di tutele e sottolinea come il ruolo della comunità politica latino-americana, nella sua globalità e a livello nazionale, sia decisivo nel tentare di dare una risposta a questa porzione di lavoratori e sia la leva da cui deve ripartire un nuovo approccio di sviluppo.
Lavoro informale e garanzie
Non retribuito o mal retribuito, poco garantito e senza una particolare attenzione al mondo femminile e alla presenza dei minori. Queste le caratteristiche del lavoro informale in America Latina. “Si tratta di una situazione piuttosto traumatica – dice ancora La Bella -, senza nessuna forma di garanzia, né privata né pubblica. C'è bisogno di una politica importante e del risorgimento della voce e del ruolo del movimento sindacale, che in America Latina è pressoché estinto e questa è un'altra debolezza del mercato del lavoro”. Il problema interessa tutta l’area latinoamericana e caraibica, nonostante piccole e non significative micro-realtà, perché quando si parla di America Latina, conclude il professore, bisogna tener presenti Paesi importanti come l'Argentina, il Brasile, l'Ecuador, la Colombia, il Messico, giganti che veleggiano con popolazioni dagli 80 ai 200 milioni di persone, dove questo fenomeno tocca la stragrande maggioranza della popolazione: “Pensiamo al Brasile o al Messico, che sono due Paesi da questo punto di vista più colpiti da questa situazione, direi che l'80% del lavoro qui è informale e, anche quando è retribuito nell'ambito di strutture produttive e industriali, i difetti si riproducono allo stesso modo, cioè non ci sono tutele e forme di garanzia. E questo rende di fatto il mercato del lavoro di una precarietà che non ha eguali al mondo”.
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