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Il Senato argentino vota, in sessione virtuale, la patrimoniale (Juan Mabromata / Afp) Il Senato argentino vota, in sessione virtuale, la patrimoniale (Juan Mabromata / Afp)

In Argentina è legge la patrimoniale anti-Covid

Il Parlamento ha approvato un provvedimento che servirà a garantire risorse economiche per rilanciare l’economia ed investire nella Sanità. Il Paese sudamericano è tra i dieci più colpiti al mondo dalla pandemia e secondo i recenti dati dell’osservatorio sociale della Università Cattolica Argentina, la povertà è salita al livello record del 44%. Il giornalista Alfredo Somoza nella nostra intervista sottolinea come nel Paese stia scomparendo il ceto medio

Andrea De Angelis - Città del Vaticano

Un contributo di solidarietà che servirà a finanziare le misure legate all’emergenza coronavirus in Argentina. Lo ha deciso il Parlamento del Paese sudamericano, stabilendo un’aliquota dal 2 al 3,5% per chi ha dichiarato, al momento della promulgazione delle legge, un patrimonio superiore a 200 milioni di pesos, oltre due milioni di euro. La percentuale potrà arrivare fino al 5,25% sui patrimoni all’estero. Il sì a quella che la stampa argentina ha definito la “patrimoniale anti-Covid”, è arrivato prima alla Camera, quindi al Senato dopo cinque ore di dibattito. Ad essere coinvolti saranno lo 0,8% degli argentini: tanti sono coloro i quali hanno dichiarato un patrimonio superiore a 200 milioni di pesos. L’obiettivo del Governo è di raccogliere una cifra intorno ai 3 miliardi di euro. Chi ha un patrimonio di poco superiore ai due milioni di euro, vedrà dunque sottratti circa 50mila euro.

Le motivazioni 

Commentando il risultato della votazione, il presidente della Commissione Bilancio e Finanze, Carlos Caserio, ha detto che l'iniziativa "darà un grande impulso economico all'Argentina". Il Paese, ha spiegato Caserio, sta uscendo da questa pandemia “come si fosse trattato da una guerra mondiale, con migliaia di morti e con un’economia gravemente danneggiata". Da qui la necessità di una patrimoniale che servirà a finanziare le spese straordinarie legate all’emergenza sanitaria, dalle forniture mediche ai sussidi per piccole e medie imprese, fino alle borse di studio per studenti. Secondo l’opposizione di centro-destra di Juntos por el Cambio, un simile provvedimento è invece dannoso e rischia seriamente di scoraggiare gli investitori stranieri.

Il dramma della povertà

"Gli ultimi dati provenienti dall'Argentina ci dicono che siamo arrivati a quota 18 milioni di poveri, numeri mai visti per il Paese che, non potendo indebitarsi per aumentare la spesa pubblica, ha trovato un modo diverso di realizzare tale aumento". Lo afferma nell'intervista a Vatican News il giornalista argentino Alfredo Luis Somoza, presidente dell’Istituto Cooperazione economia internazionale di Milano.

Ascolta l'intervista ad Alfredo Luis Somoza

"In Argentina sta scomparendo il ceto medio che era la caratteristica principale della società", prosegue Somoza. "Dinanzi a questa decisione del Governo - spiega - non ci sono state grandi polemiche, stiamo parlando del Paese del G20 che, stando alle previsioni, registrerà il peggior calo del Pil, circa 13 punti percentuali". Il provvedimento "riguarderà solo le persone fisiche, non le imprese", precisa, sottolineando come "ad essere interessati saranno circa 12mila cittadini, i più ricchi del Paese e tra questi poche centinaia contribuiranno per oltre la metà del totale". 

La pandemia

Il continente americano è quello più colpito dal Covid-19 fin dalla scorsa primavera: dei 67 milioni di casi accertati a livello globale, quasi la metà provengono dall’America. E se gli Usa sono il Paese che guida la triste classifica dei contagi, sono tanti gli Stati sudamericani a registrare numeri drammatici. Tra questi, c’è anche l’Argentina con un milione e mezzo di casi - nono Paese al mondo - e 40mila morti. Il primo caso nel Paese si è registrato il 3 marzo 2020, quattro giorni dopo è stata la volta della prima vittima. Il 19 marzo l’Argentina è entrata in lockdown a livello nazionale, una misura questa inizialmente prevista per un paio di settimane, ma prorogata più volte ed estesa per quasi due mesi, fino allo scorso 10 maggio quando venne concluso il lockdown in tutto il Paese, ad eccezione della zona urbana di Buenos Aires, dove è proseguito fino al 28 giugno. La seconda ondata non ha risparmiato neanche l’Argentina, oggi alle prese con più problemi.

L’economia 

L’emergenza sanitaria si è sovrapposta a quella economica: solo ad inizio agosto si è raggiunto infatti l’accordo sulla ristrutturazione del debito di Buenos Aires, evitando così il nono default statale. Le difficoltà però restano numerose. “Il tema del lavoro è una preoccupazione per tutti”, ha sottolineato il cardinale Mario Aurelio Poli, arcivescovo di Buenos Aires e Primate dell’Argentina, nel video messaggio diffuso per la Festa di San Cayetano, la cui memoria liturgica ricorre il 7 agosto. Stando ai dati di fine settembre, la disoccupazione nel Paese è salita dal 10,4 al 13,1%, con circa tre milioni di posti persi proprio a causa della pandemia. Infine, stando ai nuovi dati dell’osservatorio sociale della Università Cattolica Argentina (Uca), ad aumentare è anche la povertà che è passata dal 40,8% del 2019 al 44% di quest’anno.  

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07 dicembre 2020, 12:36