Fao: più di 3 miliardi di persone nel mondo soffrono per carenza d'acqua
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Nel mondo, oltre tre miliardi di persone vivono in zone agricole nelle quali la carenza di acqua è alta o estremamente alta, e quasi la metà di loro è gravemente danneggiata da questa mancanza di risorse idriche. Negli ultimi vent'anni, inoltre, in tutto il pianeta le riserve di acqua dolce sono diminuite di oltre il 20 per cento, ed è quindi fondamentale riuscire a produrre di più con un minor dispendio di risorse, soprattutto nel settore agricolo, che è il principale consumatore d'acqua. Lo si legge nel rapporto su “Lo Stato dell'alimentazione e dell'agricoltura 2020" (Sofa), pubblicato la scorsa settimana dalla Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.
Il diritto di tutti all'acqua, negli Obiettivi di sviluppo sostenibile
Il miglioramento della gestione delle risorse idriche, si legge nel rapporto, “sostenuto da una governance efficace e dalla presenza di istituzioni solide, capaci di garantire un regime sicuro di proprietà e diritti sull'acqua, e una sicura verifica delle risorse disponibili, saranno fondamentali per tutelare la sicurezza alimentare e la nutrizione a livello mondiale e contribuire al conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile” (Oss). L’impegno a conseguire questi obiettivi “dev’essere preso sul serio, occorre affrontare immediatamente e con grande coraggio le questioni della carenza idrica e della scarsità di risorse idriche in agricoltura," scrive il direttore generale della Fao QU Dongyu, nella premessa del rapporto.
Investire nella raccolta di acqua piovana e dei fiumi
Le strade percorribili, secondo la Fao, vanno dagli investimenti nella raccolta e nella conservazione delle acque nelle zone irrigate da fiumi e altre fonti naturali, al recupero e alla modernizzazione dei sistemi irrigui sostenibili in quelle irrigate con metodi artificiali. Le due soluzioni, si legge ancora nel rapporto Sofa, “dovranno essere integrate dalle migliori pratiche agronomiche disponibili, tra cui l'adozione di varietà colturali resistenti alla siccità, e da strumenti di gestione delle risorse idriche ottimizzati, compresi sistemi efficaci di tariffazione e assegnazione delle risorse idriche quali diritti e quote, al fine di garantire un accesso equo e sostenibile a questo bene”.
Indispensabili contabilità e verifica delle risorse idriche
Il punto di partenza di una strategia di gestione delle risorse idriche realmente efficace, spiega la Fao, è però rappresentato dall'adozione di pratiche di contabilità e verifica delle risorse. Il rapporto Sofa precisa che il conseguimento degli impegni assunti a livello internazionale con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, compreso l'obiettivo "Fame zero" (Oss 2) "è ancora possibile", ma soltanto se si garantirà un uso produttivo e sostenibile dell'acqua dolce e dell'acqua piovana in agricoltura, un settore che concorre a oltre il 70 percento dei prelievi di risorse idriche a livello globale.
Focus sull'agricoltura dipendente da risorse idriche naturali
Anche il rapporto Sofa 1993 della Fao, quindi 27 anni fa, era dedicato al problema delle risorse idriche ed è indicativo vedere che i risultati presentati all'epoca continuano a essere validi e pertinenti anche oggi. Ma mentre il precedente rapporto si concentrava sull'irrigazione, la nuova edizione allarga il suo orizzonte alle sfide legate all'acqua nel settore dell'agricoltura dipendente dalla piovosità, e quindi da fonti naturali, che rappresenta oltre l'80 per cento dei terreni coltivati e il 60 % della produzione agricola mondiale.
Circa 1,2 miliardi vivono in zone con gravissime carenze
Per una mappa delle attuali risorse idriche del pianeta, la Fao utilizza un indicatore che misura la pressione delle attività umane sulle fonti naturali di acqua dolce. Sono circa 1,2 miliardi le persone che vivono in aree in cui l'agricoltura deve fare i conti con gravi situazioni di carenza idrica e scarsità di risorse idriche. E di questi, il 44 per cento è distribuito in zone rurali e il resto in piccoli centri urbani delle regioni rurali. Il 40 per cento vive nell'Asia orientale e sudorientale, mentre una percentuale leggermente superiore abita nell'Asia meridionale. Anche l'Asia centrale nonché l'Africa settentrionale e l'Asia occidentale sono gravemente colpite dalla carenza d’acqua: in queste regioni, circa una persona su cinque vive in zone agricole afflitte da livelli estremamente elevati di carenza idrica, una condizione che invece in Europa, in America latina e Caraibi, in America settentrionale e Oceania interessa meno del 4 per cento della popolazione. E circa il 5 per cento degli abitanti dell'Africa subsahariana versa in condizioni analoghe.
L' 11 % dei campi irrigati naturalmente soffre per siccità
In totale, circa 50 milioni di persone vivono in zone dove ogni tre anni gravi episodi di siccità producono conseguenze disastrose sulle terre coltivate e sui pascoli. In tutto il mondo, circa l'11 per cento dei terreni dipendenti dalla piovosità, vale a dire 128 milioni di ettari, è esposto a frequenti episodi di siccità, così come il 14 per cento circa dei pascoli, pari a 656 milioni di ettari di terreno. Al tempo stesso, oltre il 60 per cento (171 milioni di ettari) delle terre coltivate irrigate è soggetto a elevato stress idrico. Undici paesi, tutti situati nell'Africa settentrionale e in Asia, sono colpiti da entrambi i problemi, il che rende urgente e necessario adottare solide pratiche di contabilità in materia di risorse idriche e una politica di distribuzione trasparente, fare affidamento su tecnologie moderne e optare per colture meno esigenti di acqua.
Dare un valore e un prezzo equo all’acqua
"L'acqua dovrebbe essere riconosciuta come un bene economico con un suo valore e prezzo," aggiunge il rapporto Sofa, osservando che le consuete pratiche di gestione impostate su un regime di gratuità spesso finiscono spesso in fallimenti. Al contrario, un prezzo che riflette il valore reale dell'acqua “manda ai consumatori un chiaro segnale sulla necessità di un consumo oculato”. Al tempo stesso è fondamentale un sostegno politico e amministrativo per garantire un accesso a tali risorse “efficiente, equo e sostenibile per tutti”.
L’ aumento dell’irrigazione aiuta chi vive in zone rurali
Le popolazioni povere delle zone rurali, ricorda il Sofa, “possono trarre enormi benefici dall'irrigazione” e quindi ne incoraggia una cauta espansione. Si prevede che tra il 2010 e il 2050 le superfici coltivate con tecniche irrigue aumenteranno nella maggior parte delle regioni del mondo, fino a più che raddoppiare nell'Africa subsahariana, con potenziali vantaggi per milioni di abitanti delle zone rurali.
I piccoli sistemi di irrigazione sono spesso più efficienti
In alcuni casi, si legge nel rapporto, “i sistemi irrigui di piccola scala gestiti dagli stessi agricoltori possono essere più efficienti dei progetti di vasta scala”. E’ una prospettiva promettente per l'Africa subsahariana, dove le acque freatiche e sotterranee sono scarse, soltanto il 3 per cento delle terre coltivate è attrezzato per l'irrigazione e dove espandere un'irrigazione di piccola scala può essere un'impresa proficua, che può aiutare milioni di persone che vivono nelle zone rurali. Il problema è l'assenza di un regime sicuro di proprietà e l'accesso a finanziamenti e crediti.
Ma bisogna modernizzare i sistemi irrigui obsoleti
In Asia, ad esempio, la diminuzione dei sistemi irrigui superficiali realizzati su vasta scala tramite finanziamenti statali ha spinto gli agricoltori ad attingere direttamente alle acque freatiche, sottoponendo tali risorse a una pressione eccessiva. Per risolvere queste criticità sarà necessario investire nella modernizzazione dei sistemi irrigui obsoleti nonché introdurre politiche efficaci.
Mercati delle risorse idriche per una distribuzione equa
Sono ancora relativamente rari i mercati delle risorse idriche pienamente sviluppati, che prevedono la vendita dei diritti di gestione delle acque. Eppure, quando si promuove la partecipazione attiva dei beneficiari e delle istituzioni deputate alla gestione di questo bene, “un mercato delle risorse idriche regolamentato – conclude il rapporto Sofa - può garantire una distribuzione efficiente ed equa dell'acqua, promuovendone al tempo stesso la conservazione”.
Alcuni numeri dal rapporto Sofa sulle risorse idriche
Nel 2017 il volume d'acqua dolce medio pro capite è stato di circa 43 mila metri cubi in Oceania, ma ha raggiunto a malapena i mille nell'Africa settentrionale e nell'Asia occidentale. I prelievi d'acqua totali pro capite più alti si registrano nell'Asia centrale, dove sempre nel 2017 hanno raggiunto un volume di quasi 2 mila metri cubi a persona, quando nell'Africa subsahariana sono meno di 130. Inoltre, nei paesi meno sviluppati il 74 % delle popolazioni rurali non ha accesso ad un'acqua potabile sicura, e mentre sono 91 i paesi che dispongono di piani nazionali per l'acqua potabile nelle zone rurali, soltanto nove hanno erogato risorse finanziare sufficienti a metterli in atto.
Un’irrigazione troppo spesso non ecologica
In tutto il mondo il 41 per cento circa dell'irrigazione delle terre avviene attualmente senza rispettare i flussi ecologici, che sono necessari per sostenere ecosistemi che forniscono funzioni indispensabili per la vita. I biocombustibili, purtroppo, richiedono un consumo d'acqua di 70 fino a 400 volte superiore a quello dei combustibili fossili che vanno a sostituire. Le grandi foreste dei bacini idrografici come l'Amazzonia, il Congo e il Fiume Azzurro sono preziose fonti di vapore acqueo per le zone poste sottovento e, di conseguenza, sono di vitale importanza per un'agricoltura che dipende dalla piovosità.
Pompe ad energia solare per i contadini dello Yemen
Il video che apre la pagina, è dedicato al progetto della Fao e dell'Unione Europea per risolvere il problema della scarsità d'acqua e l'aumento dei costi del carburante con nuovi metodi di irrigazione nel governatorato di Ibb, in Yemen. Agli agricoltori vengono fornite pompe d’acqua ad energia solare, kit di irrigazione a goccia a risparmio idrico e formazione sulle migliori pratiche agricole.
Nel Paese il 70 per cento degli abitanti vive in zone rurali
Lo Yemen è un Paese prevalentemente rurale, con quasi il 70 per cento della popolazione che vive al di fuori delle aree urbane. L'agricoltura irrigata è la fonte primaria di cibo, occupazione e attività economica. La scarsità d'acqua è uno dei limiti più significativi per l'aumento della produzione di alimenti, in un Paese nel quale più della metà della popolazione ha bisogno di assistenza alimentare. Inoltre, la prolungata crisi del carburante ha colpito migliaia di agricoltori che utilizzano pompe alimentate a carburante per l'irrigazione.
La storia di Rashed, agricoltore di Ibb
Abdullah Rashed, 37 anni, è un agricoltore del governatorato di Ibb, una regione nel sud-ovest dello Yemen, che si affida ai mezzi di sussistenza agricoli per sopravvivere e sfamare la sua famiglia. Rashed spiega. “Di solito irrighiamo le nostre fattorie con l’acqua piovana stagionale che sgorga dai torrenti. Ma questi sono esauriti, e i nostri raccolti muoiono". Rashed è membro dell'Associazione degli utenti dell'acqua (Wua) formata nel suo villaggio dalla Fao per una migliore gestione delle risorse idriche.
Ogni pozzo serve una comunità di circa 400 persone
Oggi i contadini associati beneficiano ora di un'acqua comunitaria ad energia solare, grazie al progetto Fao-Unione Europea. Questo pozzo serve una comunità di 400 persone. Ogni due settimane, i rubinetti che portano ai raccolti di Rashed vengono aperti per irrigare i suoi terreni agricoli. “Molti agricoltori come Rashed sono stati gravemente colpiti prima che la Fao raggiungesse la zona e fornisse loro assistenza. Pompare l'acqua senza usare combustibile ha cambiato le nostre vite in modo significativo", dice Ahmed Murtada, capo della Wua locale.
Un progetto che aiuta quasi 160 mila yemeniti
Per il programma biennale Fao e Ue hanno stanziato 12,8 milioni di dollari, con l’obiettivo di "migliorare i sistemi informativi per la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza rurali dello Yemen" per quasi 160 mila yemeniti colpiti dal conflitto interno. Il progetto ha installato 42 pompe d’acqua simili in vari distretti del paese, aumentando la resistenza dell’ agricoltura agli shock economici ed ecologici. E si occupa anche del miglioramento della gestione dell’acqua, dell’utilizzo di tecnologie di produzione alimentare appropriate, e della creazione di opportunità di lavoro all’interno e all’esterno delle piccole aziende agricole.
Una pompa per gruppo di agricoltori, riuniti in associazione
Il Consigliere Tecnico Capo della FAO Joel Munywoki spiega: "Le 42 pompe solari per l'acqua non sono state date a singole famiglie, ma ad un gruppo di famiglie all'interno di un bacino d'utenza. Così gli agricoltori si sono riuniti in un'associazione di utenti dell'acqua e hanno ricevuto una pompa solare. L’ impatto è stato enorme. Sono stati in grado di beneficiare del valore nutrizionale del raccolto che hanno prodotto”. “Grazie a Dio, la nostra vita è cambiata dopo l'installazione del sistema idrico ad energia solare. Non siamo più preoccupati di pagare il carburante necessario per l’irrigazione. Molti agricoltori ed io ne abbiamo beneficiato", dice Rashed, che aggiunge: "I miei figli sono a scuola adesso. Vedo per loro un futuro migliore".
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