Ghana, presidenziali tra Covid e rallentamento dell'economia
Elvira Ragosta- Città del Vaticano
Si annunciano come presidenziali relativamente calme quelle che sceglieranno il nuovo presidente del Ghana lunedì 7 dicembre. Il Paese dell’Africa occidentale, ex centro del commercio di schiavi, è diventato un modello di democrazia per il continente. Sono undici i candidati in lizza, tra cui tre donne, ma ci sarà probabilmente un testa a testa tra il presidente uscente Nana Akufo-Addo, 76 anni, candidato del Nuovo partito patriottico, in corsa per un secondo mandato, e il suo predecessore Jhon Mahama, 62enne leader del Congresso democratico nazionale. I due nei giorni scorsi hanno firmato un “patto di pace” con cui si sono impegnati a non promuovere nessun tipo di violenza nel Paese durante le operazioni di voto e fino all’annuncio dei risultati.
In Ghana c'è una continuità democratica
Per Enrico Casale della rivista Africa, quello del Ghana è un sistema democratico che non pone preoccupazioni: “Lo stesso fatto che i due contendenti si affrontino per la terza volta – dice a Vatican News - significa che c'è una continuità nel processo democratico del Paese. La prima volta nel 2012 aveva vinto Mahama, poi nel 2016 ha vinto Akufo-Addo e adesso si ricandidano entrambi. Questo è un segno di continuità nella democrazia, una continuità riconosciuta a livello internazionale”.
Un Paese giovane e di giovani
Ex colonia britannica, il Ghana è stato il primo Paese dell’Africa sub-sahariana ad ottenere l’indipendenza nel 1957. Un Paese relativamente giovane e con una popolazione giovane: ha infatti meno di 35 anni più della metà dei 17 milioni di elettori chiamati alle urne domani. “Tutta l'Africa è un continente giovane – aggiunge Casale - quindi è un continente che guarda al futuro molto più di quanto faccia l’Europa o il Nord America. Certo, il fatto di essere un Paese giovane pone per il Ghana una serie di problemi di carattere economico, soprattutto perché viene immessa costantemente nel mercato nuova forza lavoro e non è sempre facile garantire una occupazione a questa popolazione”.
La riposta del Ghana al Covid-19
In Ghana la risposta del governo al dilagare della pandemia di coronavirus ha permesso di contenere relativamente i contagi. L’africanista Casale sottolinea infatti come le norme di distanziamento introdotte fin da subito dal presidente uscente hanno funzionato e al momento nel Paese si registrano circa 52mila contagi da Covid -19 e 325 vittime. In ambito economico, però, la diffusione del virus ha avuto le sue conseguenze e secondo le stime del Fondo monetario internazionale il tasso di crescita del 2020 scenderà allo 0,9 per cento, attestandosi tra i più bassi di quelli registrati negli ultimi 35 anni.
Un Paese ricco con sacche di povertà
Primo produttore africano d’oro e secondo produttore mondiale di cacao, il Ghana dagli anni 2000 è stato protagonista di una forte crescita economica che ha consentito in meno di 25 anni di dimezzare il livello di povertà estrema. Una situazione che però non ha interessato le regioni settentrionali del Paese, dove persistono sacche di povertà e mancanza di acqua potabile e di elettricità. La gestione delle ricchezze resta, dunque, un punto nodale e per Casale è strettamente legata al futuro del Paese: “Soltanto un terzo della popolazione ammette di vivere in buone condizioni, quindi la grande maggioranza della popolazione vive ancora in condizioni non soddisfacenti e questo nonostante le grandi ricchezze. Negli ultimi 20 anni sono stati scoperti giacimenti di petrolio molto ricchi. Però attualmente il petrolio è una risorsa a rischio perché con la crisi mondiale dell'economia si è registrato un crollo dei prezzi del greggio e questo potrebbe incidere molto sull'economia del Ghana”.
Le priorità della nuova presidenza
Se da un lato il contenimento del Covid nel Paese resta una priorità della prossima presidenza, l’africanista Casale aggiunge anche la necessità di sostenere l’economia per garantire la ripresa: “Perché è dal rilancio dell’economia che passa la stabilità anche democratica del Paese e il far fronte al crollo dei prezzi del petrolio con altre risorse potrebbe aiutare, per esempio, grazie all’oro che in questo momento a differenza del petrolio ha avuto un'impennata nel prezzo”.
Ultimo aggiornamento 07.12.2020 ore 07.00
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