Tasselli di storia. Dal sottosuolo la vita dei primi cristiani
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Stupore e meraviglia. Chi ha visitato almeno una volta il piccolo borgo veronese di Santa Maria in Stelle, ha provato queste emozioni accedendo, sei metri sotto terra, nell’ipogeo sotto la parrocchia di Santa Maria Assunta. Si ha come l’impressione di imbattersi in un’oasi nel deserto. Lontani dai luoghi cittadini di interesse culturale, si è affascinati dal colore delle pitture e dagli spazi che ancora testimoniano la vita delle prime comunità cristiane. Il sito denominato Ipogeo di Santa Maria in Stelle, comunemente noto come "Pantheon", di proprietà della parrocchia, affonda le radici attorno al I secolo dopo Cristo quando una famiglia locale, la gens Pomponia, a ridosso di una sorgente d’acqua che tuttora ha una portata di 100 litri al minuto, aveva costruito la propria dimora.
La visita di san Zeno
La casa si trovava presumibilmente a livello del suolo e la sua funzione venne trasformata duecento anni più tardi in un ninfeo. Al III e al IV secolo risalgono invece le prime testimonianze cristiane. La leggenda narra che l’allora vescovo e patrono di Verona, san Zeno visitò il luogo di culto convertendolo da pagano a cristiano. La vasca fu utilizzata come fonte battesimale e le pareti che la contenevano vennero impreziosite da incredibili decorazioni pittoriche. “Erano invisibili ad occhio nudo fino a pochi anni fa perché coperte dal progressivo processo di calcificazione avvenuto nei secoli” spiega a Vatican News Claudia Annechini, coordinatrice del comitato Gruppo Volontari Ipogeo, giovani tra i 17 e i 35 anni, che da appena tre anni, nel desiderio di far conoscere un patrimonio poco conosciuto, guidano i turisti nel suggestivo tour sotterraneo indietro nel tempo.
Colori incredibili
“Le generazioni che ci hanno preceduto non erano a conoscenza di queste pitture incredibilmente conservate: sono probabilmente tra le testimonianze più raffinate dell’arte paleocristiana del nord Italia. É alta la qualità cromatica: i pigmenti sulle pareti presentano una vividezza di colore incredibile: da rosso al verde, al blu, al giallo. Scene neo e veterotestamentarie: “alcune – prosegue Claudia Annechini - sono di facile interpretazione. Soprattutto quelle nell’atrio come la scena di Daniele nella fossa dei leoni, legate ai temi dell’iniziazione cristiana o della salvezza dell’anima. Più complesse invece le tematiche nella cella meridionale dove è evidente il riferimento storico, sociale e politico alle persecuzioni. É il caso degli affreschi dedicati alla strage degli innocenti, all’ingresso di Gesù in Gerusalemme o ai tre giovani nella fornace. Di recente nella parete nord sono emerse nuove pitture, molto deteriorate, le cui scene non sono state ancora interpretate”.
Oltre i confini
Da tre anni un team di ricerca promuove cicli formativi al fine di approfondire lo studio dell’iconografia e la storia del sito che nel Medioevo divenne meta di pellegrinaggi. Quest’anno a causa della pandemia gli incontri, sul tema “Tasselli ipogei: aggiungi un tassello alla conoscenza”, si svolgono sul web e vedranno alternarsi esperti e docenti delle Università di Padova e Verona. “Attraverso i nostri webinar – prosegue Claudia Annechini – vorremmo abbattere i confini territoriali, portare Santa Maria in Stelle oltre il perimetro della nostra regione e favorire la nascita di una buona comunità di dibattito e confronto. Sono ancora tanti gli interrogativi a cui rispondere: abbiamo solo ricomposto alcuni tasselli. Il nostro desiderio è di andare oltre la frammentarietà dei risultati finora raggiunti e creare attorno al nostro ipogeo un sapere sempre più organico”. Gli appuntamenti online sono per il 12 e il 19 dicembre 2020, dalle 17:00 alle 19:00, in diretta streaming sul canale YouTube Ipogeo Stelle. L’auspicio dei giovani volontari di Santa Maria in Stelle è quello di continuare a crescere,” offrendo un servizio di visita innovativo e al passo con gli standard turistici nazionali e internazionali dei beni culturali, religiosi e non”.
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