Dialetto, arte e tradizione: è l'Avvento Osimano
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Uno spazio virtuale di incontro, in un momento storico in cui si è costretti al distanziamento sociale. Durante l’Avvento le sale del Museo Diocesano di Osimo diventano un luogo di aggregazione culturale e di diffusione della tradizione locale. Ogni giorno infatti dalla pagina Facebook ufficiale alcuni abitanti della città si alternano nella lettura di brani e poesie dialettali appartenenti alla letteratura cittadina. “I video proposti – spiega a Vatican News Eleonora Barontini, coordinatrice del Museo e ideatrice dell'iniziativa – seguono il percorso museale. Fanno da sfondo alle letture le meravigliose opere d’arte conservate nel museo, delle quali vengono svelati curiosità e dettagli".
Il dialetto unisce
"Ci siamo chiesti – prosegue Barontini - cos’è che ci unisce e la risposta che ci è giunta spontanea è stata: il dialetto! Così sono stati coinvolti nell’iniziativa alcuni abitanti, osimani doc e osimani d’adozione, che sono giunti qui per lavoro o per amore e poi non se ne sono più andati. Il dialetto è molto sentito dalla popolazione, indipendentemente dall’età anagrafica. Tra i lettori infatti ci sono anche persone molto giovani".
Tradizioni da non dimenticare
Ogni giorno un brano. I testi di autori osimani del secolo scorso come Elmo Cappannari, Umberto Graciotti o Benedetto Barbalarga fanno rivivere usanze e costumi che con gli anni rischiano di perdersi: la festa dei fiori con i tradizionali carri che la animavano, la processione del venerdì santo, le poesie natalizie. L’“Avvento Osimano”, questo il nome dell'iniziativa, è anche un’occasione per far conoscere i capolavori del Museo Diocesano di Osimo, spesso ignoti alla popolazione locale: epigrafi romane, reliquiari sacri, pregiate opere di oreficeria, sculture medievali, dipinti come il Polittico di Pietro di Domenico da Montepulciano. “Osimo – conclude Eleonora Barontini – è una diocesi molto antica. Tante opere qui conservate provengono dalle chiese e sono una testimonianza del lungo periodo in cui il nostro territorio è stato parte dello Stato della Chiesa”.
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