Il nostro dono alle famiglie che non hanno una casa
Davide Dionisi – Città del Vaticano
Natale solidale negli ex uffici statali di Piazza Attilio Pecile, nel quartiere romano della Garbatella, grazie ad un gruppo di dipendenti vaticani e ai volontari di S. Egidio, guidati da monsignor Vittorio Formenti, Officiale della Segreteria di Stato. “Un modo per avvicinarsi a chi soffre, a chi ha bisogno più di altri di sentirsi circondato dall’affetto della società. E Natale è il momento più appropriato per poterlo fare” raccontano.
Tutto il mondo in un palazzo
Ad accoglierli soprese, quarantasei famiglie che da oltre otto anni vivono nello stabile. Tra queste, cinque italiane, una senegalese, cinque etiopi, cinque ucraine, una bulgara, otto africane, quattordici sudamericane e otto provenienti dal Medio Oriente. E in questo mondo chiuso in un palazzo c’è stata una vera e propria gara di solidarietà, coordinata dall’Elemosiniere di Papa Francesco, il cardinale Konrad Krajewski.
L'esempio dei più piccoli
Il pomeriggio della Vigilia è iniziato con un momento di preghiera presieduto da monsignor Formenti prima di raggiungere Ilaria e Salvatore, i due coniugi italiani che risiedono nel palazzo con i loro tre figli. Fungono da amministratori del plesso e si occupano di registrare tutte le necessità dei residenti, oltre a garantire una certa armonia e una pacifica convivenza tra le famiglie. Non sono mancati, infatti, episodi di intolleranza dovuti al mancato dialogo e al sereno confronto tra culture diverse. Intolleranza che, per fortuna, non ha mai prevalso grazie anche all’apporto silenzioso, composto e costruttivo dei più piccoli. “Loro giocano e vogliono stare insieme. Non esistono muri, né divisioni. E questa è la più bella lezione per i grandi” rivelano i volontari. “Hanno bisogno di corde per saltare, di gelati, di carta e di pennelli per disegnare, di porte senza chiavi, di sorrisi, non di sangue e di guerre. I bambini hanno bisogno di poesia e del sorriso di Dio. Hanno bisogno di noi e ci ricordano che anche noi siamo stati bambini”.
Non sarà un episodio isolato
Dal Vaticano sono arrivate scorte alimentari e giocattoli per i ventisei bambini di età compresa tra due e dodici anni, consegnati da un vero Babbo Natale con tanto di fluente barba bianca e costume rosso. “La felicità dei piccoli, unita allo stupore dovuto alla nostra improvvisata, ci ha riempito il cuore e ci ha commosso” raccontano. “Quello che abbiamo visto è un piccolo spaccato di una Capitale nella quale la solidarietà ha ancora diritto di cittadinanza. Il nostro gesto è stato mosso da Colui che, per nascere, ha scelto il luogo più povero e umile di Betlemme. Non rimarrà un episodio isolato. Per Natale” continuano “è più importante incontrarsi per farsi gli auguri che scambiarsi i doni, che pure fanno parte della festa che ricorda il dono di sé fatto da Dio agli uomini”.
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