Una riunione dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica Una riunione dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica 

Nucleare: l'Iran si dichiara pronto a rientrare pienamente nell'accordo del 2015

La dichiarazione è del leader iraniano Rohani dopo le aperture, negli Stati Uniti, del presidente eletto Biden ad una marcia indietro rispetto all'amministrazione Trump. Intanto nel 2020 sono diminuite le testate nucleari nel mondo e 50 Paesi hanno ratificato l'accordo Onu sulla messa al bando delle armi

Michele Raviart – Città del Vaticano

“Se il presidente eletto Joe Biden ritornerà all’accordo sul nucleare, noi siamo pronti a farlo completamente”. Ad affermarlo è il presidente dell’Iran Hassan Rohani riferendosi all’intesa internazionale del 2015 tra Stati Uniti, Iran, Germania, Francia, Cina, Russia (più l’Unione Europea), che garantiva alla Repubblica islamica il nucleare civile in cambio di un allentamento delle sanzioni. Nel 2018, durante l’amministrazione Trump, infatti gli Stati Uniti si erano ritirati dall’accordo, di fatto bloccandolo. “Il presidente Rohani ha visto le nuove posizioni che sembrano essere espresse dal presidente eletto Biden e dichiara di essere pronto a rientrare nell’accordo”, spiega a Vatican News, il professor Maurizio Simoncelli, vicepresidente di Archivio Disarmo, “si tratta di vedere se effettivamente Biden sarà in grado di rivedere il bando emanato dall’amministrazione Trump e arrivare così a un diverso rapporto con l’Iran”.

Ascolta l'intervista integrale a Maurizio Simoncelli

Ricucire uno strappo di due anni

A complicare il ritorno alla situazione precedente e ai controlli degli ispettori internazionali – come auspicato ieri a Vienna in un incontro tra i firmatari dell’accordo – è la violazione iraniana di alcuni termini dell’accordo. “L’Iran in questo periodo intermedio ha ripreso ad aumentare le riserve di uranio e le centrifughe”, ha sottolineato a Vatican News, Maurizio Simoncelli, "a mio avviso soprattutto per cercare di fare opera di pressione internazionale. Spesso nell’opinione pubblica passa che l’idea che l’Iran abbia realizzato la bomba atomica. Non l’ha fatto e non dimentichiamo che oggi ci sono qualcosa come 13-14 mila testate nucleari nel mondo", dato già molto preoccupante.


Si riducono le testate nucleari nel mondo

Simoncelli sottolinea tuttavia come quest’anno ci siano state “effettivamente delle novità, piccole e grandi”, nel percorso di denuclearizzazione degli arsenali militari. “Continua piano piano, anno dopo anno, a diminuire il numero delle testate nucleari”, spiega. “Durante il periodo della guerra fredda eravamo arrivati a oltre 70 mila”, mentre adesso “ogni anno sono qualche decina in meno, anche se ricordiamo sono comunque arsenali in grado di distruggere il nostro pianeta più volte”. In campo diplomatico poi “siamo poi arrivati a superare le 50 ratifiche del trattato relativo al bando del nucleare, che senza se e senza ma dice di eliminare immediatamente tutte le armi nucleari, a non averle, a non farle passare e a non ospitarle nel proprio territorio”. “Mancano tuttavia ancora le ratifiche di altri 70 Paesi che hanno firmato questo bando alle Nazioni Unite nel 2017. Purtroppo i Paesi armati nuclearmente e i loro alleati non hanno firmato questo trattato e quindi continuano a avere i loro arsenali e li considerano parte attiva delle loro strategie miltari".

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17 dicembre 2020, 13:37