Italia, dieci regioni in zona rossa. Acli: non si dimentichi il terzo settore
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
In Italia il Governo ha approvato venerdì il decreto legge, che sostituisce l'ultimo Dpcm, per il contenimento dei contagi da Covid-19. Il provvedimento entrerà in vigore da domani 15 marzo, e resterà in vigore fino al 6 aprile. Sono dieci le regioni in zona rossa. Da un punto di vista economico sono previsti aiuti per 32 miliardi di euro. Si tratta di fondi destinati alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie e alla sanità. È stato inoltre già deciso un pacchetto di misure in favore delle famiglie, che sarà in vigore da domani. Deciso lo stanziamento di 290 milioni di euro destinato ai congedi parentali, che saranno retroattivi (dal primo gennaio 2021) e retribuiti al 50% per chi ha figli sotto i 14 anni. Per i genitori di ragazzi dai 14 ai 16 anni il congedo è possibile ma senza retribuzione. Sulle misure decise dal Governo si sofferma Emiliano Manfredonia, presidente delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli). "Chiediamo di non dimenticare il terzo settore". Un ambito che "va incontro alla gente e cerca di aiutare gli ultimi".
R. - Queste mosse del Governo sono necessarie. Ci è richiesta ulteriore pazienza. Però è necessario, prima di tutto, sconfiggere questa pandemia. Mi sembra che queste mosse siano legate ad un piano vaccinale che però deve ancora decollare. Un piano che poi sarà quello che ci aiuterà, effettivamente, ad uscire dal tunnel. Sono stati stanziati 32 miliardi di euro. Sembra che verranno concessi ulteriori 15-20 miliardi per le imprese e per le famiglie. Questo è un dato importante. Noi chiediamo, innanzitutto, che siano aiutati i lavoratori del settore della cura della persona. C’è stata una grande dimenticanza in questo anno, tranne un paio di mesi in cui si è potuto usufruire delle indennità per lavoro domestico. Spesso sono le persone che fanno lavori domestici e nel settore della cura che aiutano le famiglie a superare questo momento. Si prendono cura degli anziani e aiutano a supportare le persone che lavorano. Su questo c'è un grande vuoto. Speriamo che possa essere colmato. Un'altra questione che poniamo all’attenzione del Governo è quella del terzo settore. Chiediamo di non dimenticarlo, come purtroppo è avvenuto negli ultimi decreti del Governo Conte. Speriamo che questa volta non si dimentichi questo settore che, veramente, va incontro alla gente e cerca di aiutare gli ultimi.
È stato già deciso un pacchetto di misure in favore delle famiglie, tra cui i congedi parentali. Sono sufficienti questi strumenti per le Acli?
R. - Vanno bene, ma non sono del tutto sufficienti perché la famiglia sta facendo molta fatica. Chi ha dei bambini sotto i 14 anni non può lasciarli a casa da soli. C’è un problema legato alla Dad (didattica a distanza) perché non tutti i bambini possono seguire lezioni a distanza. Ci sono quelli che sono più indietro e che non hanno gli strumenti tecnologici. Le famiglie numerose, inoltre, fanno fatica ad avere parecchi device. Sono veramente in difficoltà. Quindi sono misure necessarie, ma non sufficienti.
E intanto si fa sentire anche sul lavoro e sull’occupazione la morsa delle Covid-19. Il numero degli occupati in Italia, nel 2020, è calato secondo dati Istat di 444 mila unità.
Il dato è allarmante. Ed è ancora più allarmante se si va a vedere che più del 90% di questi posti di lavoro persi sono delle donne. Questo perché spesso le donne sono quelle che si prendono più cura della famiglia e, quindi, sacrificano il loro posto di lavoro. Per questo è un dato drammatico, nonostante il blocco dei licenziamenti. Un blocco che, speriamo, sarà prorogato in attesa però anche di misure di ripresa dell'economia.
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