Liberate le studentesse rapite nel Nord-Est della Nigeria
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Sono state liberate le studentesse rapite venerdi' dal loro collegio a Jangebe nel Nord Ovest della Nigeria. Si trovano negli uffici del governo a Zamfara, secondo quanto ha annunciato all'agenzia France Presse il governatore Matawalle. Il numero totale delle ragazze rapite, ha precisato, e' di 279 e sono tutte in buona salute.
Il doppio attacco dell'Iswap
Ieri sera, i jihadisti dell'Iswap, il gruppo terroristico legato all'Isis nel Nord-Est della Nigeria, hanno sferrato nella città di Dikwa un doppio attaccato assaltando una base delle Nazioni Unite con circa 25 operatori umanitari che si erano rifugiati in un bunker, e colpendo un campo militare. Lo hanno riferito all’agenzia AFP un ufficiale dell'esercito e una fonte umanitaria in condizione di anonimato. Quest’ultima ha inoltre dichiarato che "La base umanitaria è stata incendiata dai combattenti ma finora nessun dipendente è stato colpito" e che p er respingere i jihadisti sono stati inviati a Dikwa rinforzi militari dalla città di Marte, a 40 chilometri di distanza
Il rischio della spaccatura nazionale
Il nord della Nigeria è una zona di conflitti decennale, in cui operano sigle jihadiste, militari e gruppi armati indipendenti. A sopportare le conseguenze dei brutali attacchi è la poplazione vittima di massacri e rapimenti di massa a scopo di estorsione. Secondo quanto riferito dall'Agenzia Fides, il fallimento da parte delle autorità federali e dei singoli Stati di garantire la sicurezza sta facendo aumentare il numero delle forze di autodifesa promosse dalle comunità locali. Tale fenomeno, scrivono i vescovi nigeriani in una dichiarazione, contribuisce a indebolire l’unità nazionale e "le richieste di secessione su base etnica non dovrebbero essere ignorate o prese alla leggera”. Secondo i Vescovi “la Nigeria è sull’orlo del collasso” e rischia di spaccarsi.
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