Università del Sacro Cuore, un secolo di azione educativa e sociale
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Il Rettore l'ha definita una “fabbrica” perennemente operosa, come un’antica cattedrale. L'Università del Sacro Cuore - il più grande ateneo d'Europa - compie un secolo di vita e li ha celebrati con la solennità che merita questa istituzione, che attualmente conta 45mila iscritti. In collegamento con il presidente della Repubblica, dal Quirinale, e con le varie sedi sul territorio (Roma, Piacenza, Brescia, Milano), si sono ripercorse le tappe salienti della sua storia, sottolineandone i valori fondativi e rilanciando le sfide per un futuro altrettanto luminoso.
Una fucina di talenti
L’Università del Sacro Cuore ha formato 300mila persone in 100 anni. La dimensione della cura è la vocazione della sede di Roma con il Policlinico che porta il nome del fondatore Agostino Gemelli. Ricerca, formazione, assistenza sono il fiore all’occhiello per gli 11mila studenti che frequentano il polo di eccellenza dell’istituto. 1300 gli specializzandi da tutta Italia che, nella gestione della pandemia, hanno mostrato una efficienza straordinaria, trattando oltre 3000 casi positivi al Covid-19. Piacenza, sede nata nel dopoguerra, ha fatto dell’innovazione la sua missione, soprattutto in ambito agrario a favore anche dei Paesi in via di sviluppo. La sezione di Brescia, nata nel 1965, oggi conta 4600 studenti. Particolare sviluppo è stato qui dato alle relazioni con il mondo dell’impresa e alla cooperazione internazionale. Da Milano, la professoressa Scabini ha ricordato, tra gli altri aspetti, l’Alta Scuola di Psicologia che ha ben ripreso l’ispirazione del fondatore e il professor Quadrio Curzio ha evidenziato il merito della Cattolica nella direzione dell’inclusione. Prima della sfilata solenne dei presidi delle 12 Facoltà, la testimonianza di studenti che hanno proseguito la formazione all’estero, e quella delle figlie del poeta Franco Loi, scomparso nel gennaio scorso: proprio a questa Università il loro papà ha voluto lasciare la sua eredità, il suo fondo intellettuale e il suo bagaglio di vita.
Università ancorata al trascendente e custode di indipendenza
“Le università sono nate dalle crisi, per questo non dobbiamo temere della loro capacità di superarle”, così il professor Franco Anelli, Rettore dell’Università del Sacro Cuore, nel suo discorso di inaugurazione. E’ stata sottolineata la fedeltà negli anni che l’ateneo ha mantenuto al rigore didattico-scientifico e all’impegno nel porre la propria scienza al servizio del mondo. Anelli ha ricordato che “è risorto dalle macerie della guerra; ha partecipato alla costruzione della coscienza dell’Italia repubblicana, con un’importante presenza di propri laureati e docenti all’Assemblea costituente e poi in posizioni di responsabilità politica e istituzionale; ha vissuto – ha proseguito - il rinnovamento del Concilio Vaticano II e la trasformazione delle università conseguente alla contestazione giovanile”. L’Università ha insomma accompagnato l’evoluzione della società italiana, sempre restando “testimone dei propri valori, salda nel riferimento trascendente, vigile custode della propria indipendenza”.
Rettore: non solo tecnica ma azione educativa senza discriminazioni
“Il rimedio al degrado non può essere una formazione orientata a consegnare competenze tecniche, ma un’azione profondamente educativa, capace di diffondere cultura e di renderla legante delle relazioni sociali, non leva di discriminazione”. Anelli ha insistito su questo aspetto citando Papa Francesco e il Global Compact on Education che “non allude semplicemente al pur basilare bisogno di alfabetizzazione o qualificazione professionale, bensì invoca la maturazione di una coscienza collettiva che sappia costruire un nuovo umanesimo e un nuovo approccio alla conoscenza scientifica”. E, ancora, facendo riferimento alle due encicliche Laudato Si’ e Fratelli tutti, ha precisato che l’educazione dovrebbe condurre a un’effettiva e stabile risposta alle ingiustizie sociali e alla connessa emergenza ambientale. “Offrire opportunità educative, e offrirle a tutti, significa attuare l’articolo 3 della Costituzione integralmente. E poi ha evocato lo sguardo al di fuori dei confini nazionali, all’Europa.
Delpini: per una spiritualità dello stupore e dell’inquietudine
In qualità di presidente del Comitato di Indirizzo Giuseppe Toniolo, ente fondatore dell’Università del Sacro Cuore, monsignor Delpini, arcivescovo di Milano, ha esaltato il prestigio dell’Ateneo sostenendo che quanto più questo polo culturale saprà coltivare nelle nuove generazioni una sana inquietudine, un dubbio critico, una ricerca di obiettivi alti, lo sguardo in un 'oltre', tanto più l’Università vedrà crescere la sua capacità attrattiva. L’inquietudine – ha spiegato il presule – significa ricerca della verità, comprensione dell’umanesimo cristiano, non badare solo ai risultati e alla soddisfazione dei clienti. Stupore, gratitudine e responsabilità per la missione erano state le parole chiave offerte alla Messa presieduta in Sant’Ambrogio, poco prima della cerimonia ufficiale. Il presule ha invitato le matricole a vivere un cammino che le faccia passare dal pregiudizio allo stupore. “Il pregiudizio è una forma di pigrizia e di inerzia – ha detto - si nutre di luoghi comuni; ama ripetere invece che pensare; si accontenta di studiare invece che capire. Il pregiudizio non smette mai tratti di arroganza”. La via dello stupore, invece, è “l’azzardo di affidarsi, la gioia di trovare saperi ignorati e bellezze che chiedono tempo e umiltà per essere riconosciute”. Delpini ha invitato a un percorso universitario che “non vuole solo preparare buoni professionisti perché siano a servizio del sistema, ma vuole accendere un desiderio, un senso critico, una capacità di distinguere il bene e il male”.
Mattarella: mantenere il senso di comunità
Il Capo dello Stato si è rallegrato per gli eccellenti risultati conseguiti dall’Università del Sacro Cuore in un secolo di storia. Si è associato al ricordo di coloro che sono rimasti vittima del Covid ed ha apprezzato l’Ateneo per aver mantenuto la sua funzionalità durante questa lunga emergenza. Ha fatto memoria della grande forza realizzatrice di Agostino Gemelli e ha sottolineato anch’egli il grande contributo fornito da docenti e laureati all’Assemblea Costituente. “Si avverte questo senso di comunità che il Paese ha visto ribadito con forza durante la pandemia”, ha detto Mattarella. “Ciascuno di noi dipende fortemente da tutti gli altri e questo si è espresso in maniera particolarmente importante nell’impegno del Policlinico”. Ha colto l’occasione per elogiare la missione civile di tutte quelle realtà orientate al bene comune che danno un'impronta al nostro Paese. Riprendendo l’esortazione di Delpini ha invitato a vivere una sana inquietudine: la condizione di sentirsi cittadini del mondo e anche pellegrini. E ha concluso con le parole che amava ripetere Agostino Gemelli: per essere educatori, occorre dar credito ai giovani”.
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