Usa, rimandate le decisioni sul vaccino Johnson & Johnson e si pensa ora ai giovani
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Il team di esperti del Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) degli Stati Uniti ha deciso di rinviare di qualche giorno il pronunciamento sul vaccino anti-Covid statunitense Johnson & Johnson. Devono raccogliere più informazioni prima di stabilire nuove raccomandazioni, dopo la sospensione decretata dalla Food and Drug Administration, a seguito di sei casi di trombosi, tutti ai danni di donne tra i 18 e i 48 anni, e di una vittima, su quasi 7 milioni di persone che avevano già ricevuto il siero.
Attese 55 milioni di dosi di J&J in Europa, ma Pfizer aumenta
L’azienda americana dovrebbe consegnare 55 milioni di dosi all'Unione Europea in questo secondo trimestre 2021. Ma la commissione guidata da Ursula von der Leyen ha annunciato un'accelerazione delle consegne del vaccino Pfizer-BioNTech: circa 50 milioni di dosi, inizialmente previste per l'ultimo trimestre di quest’anno, saranno consegnate già a partire da aprile, portando il numero totale di dosi distribuite entro giugno a 250 milioni. Von der Leyen ha anche comunicato l'apertura di negoziati formali con le due azienda statunitense e tedesca per ordinare altri 1,8 miliardi di dosi dei cosiddetti vaccini di "seconda generazione", progettati per combattere le varianti attuali e future del coronavirus.
In Germania picco di contagi, ma anche record di vaccinazioni
Intanto in Germania si sono registrati quasi 30 mila nuovi contagiati nelle ultime 24 ore e 294 morti, con l'incidenza settimanale che è salita a 160,1 nuovi casi di Covid-19 su 100 mila abitanti. Ma c’è stato anche il nuovo record di vaccinazioni giornaliere, con 739mila inoculazioni.
Italia: 13 regioni con i numeri da "zona gialla"
In Italia, è ancora in discesa l'indice Rt, che misura il tasso di contagiosità del virus, arrivato questa settimana a 0,85, contro lo 0,92 della scorsa, come comunicato oggi dalla cabina di regia Iss-ministero della Salute. Secondo questi dati, tre regioni - Val d'Aosta, Puglia e Sardegna – resterebbero ancora in "zona rossa", la Campania si sposterebbe da rosso ad arancione, raggiungendo tutte le altre regioni, anche se 13 di queste sarebbero già da giallo (fascia però temporaneamente cancellata). Sono Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Umbria e Veneto, che dovranno comunque aspettare le decisioni governative delle prossime settimane su un eventuale ripristino della fascia di rischio più basso.
Israele: da domenica senza mascherina all'aperto
In Medio Oriente, Israele revocherà l'obbligo di indossare mascherine all'aperto a partire da domenica. Il ministro della Salute Yuli Edelstein, secondo la stampa locale, avrebbe deciso di aspettare la fine delle festività nazionali del Giorno del Ricordo e della festa dell'indipendenza, l’8 e il 15 aprile, temendo che le celebrazioni senza mascherine avrebbero potuto portare ad un picco dei contagi.
I tristi primati del Brasile e il dramma del Messico
In America Latina, il Brasile ha registrato 3.560 morti di Covid-19 e 73.174 contagi nelle ultime 24 ore. Il bilancio totale sale così a 365.444 vittime a fronte di 13.746.681 casi accertati. E la campagna di vaccinazione procede a rilento: finora, solo l’11% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Nel Nord America, il Messico, con i 518 decessi di ieri, ha superato le 210 mila vittime del Covid-19. Con 126 milioni di abitanti, il Paese ha riportato finora 2,29 milioni di casi di contagio, di cui 1,76 milioni guariti, ed è al terzo posto al mondo per numero di morti dopo Stati Uniti e Brasile, ma primo in rapporto alla popolazione.
Un piano vaccinale per i più giovani
Gli Stati Uniti probabilmente metteranno in campo una strategia vaccinale dedicata alle "categorie più mobili" ed esposte a maggior contatti come quelle dei lavoratori e dei più giovani. L'idea è di far partire la campagna il prossimo autunno. Ci si chiede anche se è possibile stabilire un punto di equilibrio tra la necessità di vaccinare le categorie più fragili e quelle, appunto, definite "mobili". La risposta è sì per Roberto Cauda, direttore del Dipartimento Scienze di laboratorio e infettivologiche del policlinico Agostino Gemelli di Roma. Cauda infatti sostiene che se si vuole interrompere la trasmissione del virus, bisogna proteggere anche i più giovani, "nei quali - afferma l'infettivologo - il Covid decorre in modo asintomatico o con pochi sintomi ma che rappresentano un volano per la sua trasmissione", favorendone anche le mutazioni. Allo stesso tempo, prosegue Cauda, è fondamentale, "come più volte affermato dal Papa" che il vaccino sia accessibile anche ai Paesi più poveri. Per motivi etici e, allo stesso tempo, per arginare il virus in un mondo globalizzato e in continuo movimento.
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