Emergenza Sorrisi: i progressi della videochirurgia per aiutare i bambini del mondo
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Emergenza Sorrisi è una onlus con sede a Roma che da anni si occupa di aiutare i tantissimi bambini che in tutto il mondo nascono con una malformazione del volto. Come tutte le organizzazioni, anche Emergenza Sorrisi ha dovuto fare i conti con le limitazioni imposte dal Covid-19, ma il suo impegno non si è fermato e attualmente ha all’attivo il progetto dei “caschetti”. Si tratta di una videocamera frontale ad altissima definizione, dal peso di soli 300 grammi, che consente tutti gli ingrandimenti necessari per la microchirurgia e permette la formazione e l'assistenza a distanza, grazie alla quale i medici in loco nei Paesi esteri possono operare i piccoli con il supporto degli specialisti in Italia.
L'intervento in diretta dall'ospedale di Nassirya
La presentazione di questo strumento innovativo, protagonista di un grande progresso nel settore del training e dell’insegnamento a distanza negli ambiti chirurgici, avverrà dall’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma domani, giovedì 15 aprile, a partire dalle ore 8.30, tramite un webinar dedicato a medici chirurghi e anestesisti. Durante il workshop online alla cui realizzazione contribuisce la Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, sarà attivato un collegamento in videochirurgia con la sala operatoria del dott. Aws Adel Al Hussona, direttore dell’Habobbi Hospital di Nassirya in Iraq che eseguirà in diretta un intervento chirurgico per il trattamento delle malformazioni facciali utilizzando la videocamera chirurgica.
Al webinar molti gli esperti in chirurgia maxillo-facciale
A portare i saluti istituzionali saranno Safia Taleb al Souhail, ambasciatore delle Repubblica dell’Iraq a Roma; Sandro Pelo, professore ordinario di Odontoiatria e Chirurgia maxillo-facciale all’Università Cattolica campus di Roma e Achille Lucio Gasperi, direttore di Chirurgia Generale al Policlinico Tor Vergata e consigliere di Emergenza Sorrisi. Fabio Massimo Abenavoli, specialista in chirurgia plastica e chirurgia maxillo-facciale e presidente della onlus introdurrà i lavori e presenterà Andrea Ortensi, direttore della U.O.C di Microchirurgia Generale presso la Casa di Cura Fabia Mater di Roma e leader del gruppo di lavoro che ha ideato, realizzato e messo a punto l’utilizzo clinico della Videocamera frontale in Italia. Molti inoltre gli esperti chiamati a commentare l’intervento chirurgico del dott. Aws Adel Al Hussona. L'esperienza di pratica chirurgica proposta attraverso il webinar, sarà alla base delle riflessioni che proseguiranno nel pomeriggio attraverso il coinvolgimento di giuristi, accademici e professionisti nel webinar "Digital Health la nuova frontiera della professione medica: implicazioni giuridiche e medico-legali" organizzato sempre da Emergenza Sorrisi.
La soddisfazione di ridare il sorriso ad un bimbo
Se la microchirurgia non è una novità, lo è il "caschetto" presentato in questo webinar. Dell'importanza di questo strumento e del progetto ad esso collegato, parla ai microfoni di Vatican News il presidente di Emergenza Sorrisi, dottor Fabio Abenavoli:
R. - E' obiettivo di Emergenza Sorrisi da anni quello di favorire i medici nei Paesi dove noi lavoriamo, fornendo loro quelli che sono gli aggiornamenti e le capacità di operare in piena autonomia. Attraverso questo caschetto, che contiene una telecamera e un microfono, è possibile trasmettere l'immagine in diretta degli interventi che facciamo noi nelle nostre sale operatorie, così come verificare l'intervento che eseguono questi nostri colleghi nei vari Paesi e valutare la capacità e le caratteristiche dell'intervento stesso e dare consigli adeguati. La novità è proprio la possibilità in forma diretta di verificare ogni intervento chirurgico e di trasmettere queste immagini. Ed è una novità perché attraverso questo sistema di facile accesso - non c'è bisogno infatti di una grossa tecnologia, è sufficiente una connessione internet ormai presente anche in questi contesti - è possibile dare una continuità quindi verificare tutti i giorni questa evoluzione.
Nel corso del webinar si potrà assistere a un intervento in diretta, appunto, che avviene in un ospedale di Nassirya in Iraq. Che tipo di intervento sarà?
R. - Sarà un intervento di labiopalatoschisi realizzato da uno dei nostri medici, il direttore della struttura dell'ospedale Nassirya dove noi siamo presenti ormai da 12 anni. Assistendo a questo intervento sarà possibile evidenziare come poi funzionerà anche negli altri contesti. Questo medico ha ormai una grande esperienza e lavora con noi da tanto, l'abbiamo formato e siamo orgogliosi dei risultati che ha ottenuto.
Voi siete presenti in tanti Paesi del mondo, ma in quali in particolare è tutto pronto per l'utilizzo del caschetto?
R. - Domani avremo con noi nel webinar anche dei colleghi dal Pakistan, dall'Afghanistan, mai anche dal Benin e dal Burkina Faso che seguiranno questo intervent0 e ai quali nei prossimi mesi invieremo il caschetto.
L'impressione è che le malformazioni facciali, come il cosiddetto labbro leporino, siano piuttosto rari oggi. E' così o nel mondo accade di frequente che un bambino nasca con questo o altri problemi di malformazione al viso?
R. - E' vero, da noi ormai sono casi poco presenti, non perché non nascano bambini con queste malformazioni - io ho operato una settimana fa un bimbo siciliano di 4 mesi - ma perché noi abbiamo la tecnologia e la possibilità di operarli subito, mentre in altri contesti l'incidenza è molto elevata perchè non esiste una prevenzione, non esiste l'acido folico, per esempio che noi diamo alle nostre madri, e quindi abbiamo un caso di malformazioni su circa 400-500 bambini. E al di là dell' incidenza molto elevata, manca anche quella capacità e quella tecnologia adeguate per poter formare i medici e per poter eseguire questi interventi.
Ma che cosa rappresenta una malformazione maxillo facciale per i bambini nei Paesi in cui si trovano, è vero che c'è anche una sorta di stigma nei loro confronti in alcuni di essi?
R. - Certamente, specie in alcuni Paesi africani. Ho testimonianze dirette del Benin, per esempio, dove abbiamo dovuto operare un bambino quasi di nascosto perché era considerato, diciamo, indemoniato e quindi noi non avevamo la possibilità di eliminare questa maledizione, solo lo stregone del villaggio lo poteva fare. E questa purtroppo è una condizione frequente. In altri luoghi è chiaro che non potendo essere operati i bambini col palato aperto, per esempio, i piccoli vanno incontro anche alla mancanza di una crescita adeguata, all'incapacità di parlare, di relazionarsi. In casi molto gravi, dove non è possibile nutrire adeguatamente questi bambini, purtroppo c'è anche un'incidenza di mortalità piuttosto elevata. Quindi non è tanto l'aspetto estetico, l'estetica ha importanza per i piccoli con una difformità al labbro, nel senso che appaiono diversi dagli altri, e quindi sono limitati nella possibilità di socializzazione, di andare a scuola e quant'altro. E poi c'è l'aspetto funzionale: non potendo parlare, un potendo nutrirsi sono ovviamente emarginati, ed è assurdo pensando che con un breve intervento di un'ora, un'ora e mezza, si può riuscire a risolvere questi problemi.
Quindi la soddisfazione dei chirurghi è tanta, immagino, quando restituiscono, diciamo, alla normalità questi bimbi...
R. - Sì, è una soddisfazione immensa. Consideri che tutti i nostri volontari che partono per una missione, vogliono partecipare continuamente ad altre missioni. Così come è grande la soddisfazione dei medici locali, io ho visto dei medici piangere, a volte, dopo essere riusciti a portare a compimento i primi interventi. E questi chirurghi sono molto valido, però non avevano avuto la possibilità di aggiornarsi e di imparare. Adesso ce l'hanno e stanno ottenendo grandi risultati. Ed è un'esperienza emozionante perché immagini ridare la normalità, ridare il sorriso, e vedere quindi un bambino di un anno o di due anni che riprende a relazionarsi con gli altri bambini, così come vedere la sua famiglia che riesce a portare il bambino a scuola o a fargli fare una vita di relazione normale, è una soddisfazione incredibile.
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