Acli e diocesi di Roma: riparte il cantiere “Generiamo lavoro”
Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano
Promuovere e rimettere al centro il lavoro dignitoso quale perno di cittadinanza e sviluppo integrale della persona e della comunità. È questo l’obiettivo di “Generiamo lavoro”, iniziativa promossa dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Roma e dalle Acli di Roma, in collaborazione con Cisl di Roma Capitale e Rieti, Ucid Roma, Confcooperative Roma, Azione Cattolica Roma, Centro Elis, Mcl Roma, Mlac Lazio e con il sostegno della Camera di Commercio di Roma. Il percorso formativo gratuito quest’anno, ancora scosso dalla pandemia, si svolgerà completamente online tramite la piattaforma Zoom. È possibile iscriversi attraverso la mail generiamolavoro@gmail.com o i numeri di telefono 06 57087038 e 342 0720415.
Aprire vie per il futuro
L’iniziativa è stata preceduta, lo scorso 26 marzo, da un un momento di preghiera e da una Via Crucis, proprio per simboleggiare la drammatica condizione del mondo del lavoro alle prese con gli effetti devastanti dell’emergenza sanitaria. Il primo incontro formativo è previsto lunedì 26 aprile ed è incentrato sul tema: “Il valore del lavoro”. Negli incontri successivi, che avranno cadenza settimanale, si svolgeranno webinar, laboratori, testimonianze di successo, e focus group ideati per aiutare i giovani ad affrontare con maggiore consapevolezza il proprio futuro professionale. La lente d’ingrandimento è puntata sull’esplorazione del proprio potenziale e sullo sviluppo di competenze trasversali. Ma anche sulle tecniche per scrivere un curriculum vitae efficace e affrontare brillantemente un colloquio di lavoro. Un’attenzione particolare è dedicata , inoltre, alle tematiche della libera iniziativa, sociale e imprenditoriale. Al termine del percorso formativo sarà rilasciato un kit personalizzato per ogni partecipante contenente un attestato di partecipazione, il curriculum vitae redatto professionalmente e il proprio portfolio delle competenze. In questa intervista rilasciata a Vatican News Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma, presenta questa iniziativa.
R. - In questo tempo difficile, questo corso assume un significato ancora più pregnante perché la pandemia ha svelato una fetta consistente di parte del mondo del lavoro fatta di basse tutele e di bassi salari che colpisce, in particolare, giovani e donne che rischiano di uscire dal mercato del lavoro. Dall’altra parte, con il mercato così fermo, trovare un lavoro per un giovane è un’impresa ardua. Quindi vediamo questo cantiere come un cantiere di speranza.
Un cantiere che per i giovani, che trascorrono molte ore a casa, si può rivelare una sorta di stimolo per progettare il futuro…
R. - È un cantiere è una sorta di vaccino contro l’apatia e la rassegnazione che, purtroppo, sta colpendo i giovani. Vivono a casa in una sorta di bolla e sono tagliate tutte le reti amicali. E i giovani usano la rete utilizzandola non sempre nella maniera migliore e non come, magari, una grande opportunità. E allora questo cantiere, in questo momento, si pone due obiettivi importanti. Il primo è quello di far comprendere ai giovani il valore del lavoro dignitoso. I giovani, abituati ai lavoretti e al precariato, vedono spesso nel lavoro una equazione tra una prescrizione e un compenso. Mentre il lavoro è molto di più come insegna anche la dottrina sociale della Chiesa. Ma questo vale universalmente per tutti. E dall’altra parte vengono forniti a questi giovani degli strumenti concreti, una sorta di cassetta degli attrezzi che possono realizzare in un periodo così difficile per poi utilizzare questi attrezzi nel momento opportuno per avere una marcia in più.
In cosa si contraddistingue questo percorso formativo on line e gratuito, questo cantiere “Generiamo lavoro”?
R. - Il punto di forza di questo cantiere che lo rende unico è la rete che lo promuove. La rete con la Diocesi di Roma e con importanti realtà della capitale, come la Cisl, Confcooperative, l’Ucid, l’Azione Cattolica,,il Centro Elis e Camera di Commercio di Roma. Questo rende tale percorso una proposta unica: ogni componente di questa rete mette in gioco le proprie competenze, le proprie specificità.
Questo percorso formativo si muove su tre ambiti…
R. - Si muove su tre grandi ambiti: quello della conoscenza del mondo del lavoro, delle opportunità imprenditoriali, delle start up, delle tutele sindacali, dei contratti di lavoro, di come si legge una busta paga. Poi abbiamo l’ambito delle competenze trasversali, delle cosiddette “soft skill”. Sono veramente una marcia in più oggi per trovare lavoro. Tra queste, la capacità di lavorare in gruppo, capacità comunicative ed empatiche. E poi c’è l’ambito dello sviluppo della persona. Quindi qui si lavora sulle attitudini dei giovani, sulle loro passioni. Si lavora su come trasformare le passioni in una opportunità professionale. Quindi l’obiettivo è di costruire un portfolio di competenze formali e informali. Ed elaborare un curriculum vitae e affrontare un colloquio di lavoro in maniera efficace e brillante. Quindi questa è una opportunità che offriamo totalmente e gratuitamente ai giovani. Possono partecipare anche da fuori del territorio di Roma grazie alla piattaforma Zoom. I giovani, comodamente da casa, potranno costruire questa cassetta degli attrezzi. Noi ci auguriamo che verso la fine di questo percorso, a fine giugno e ai primi di luglio, sarà possibile fare “work experience”. Abbiamo grandi aziende pronte ad ospitare questi giovani, a dargli una opportunità lavorativa.
Quali sono le opportunità lavorative che i giovani possono cogliere anche in questo tempo così difficile con problematiche legate alla pandemia?
R. – Ci sono giovani che offrono le loro competenze e non servono. E aziende che offrono posti di lavoro in ambiti ben precisi ma non ci sono persone con quelle competenze. Ci sono opportunità in tutto l’ambito della “green economy”, della fibra e nell’ambito delle nuove tecnologie. Ma anche nei settori dell’agricoltura e del lavoro artigianale. Sono tutti ambiti in cui ci sono delle opportunità. Bisogna accompagnare i giovani, aiutarli a sognare e a fare delle loro capacità la loro professione. Ma anche aiutarli a prendere la strada giusta perché poi possano avere uno sbocco certo e trovare un lavoro dignitoso. Un lavoro che sia poi la porta di ingresso per progetti di vita, come quello di costruire una famiglia.
Quale è l’appello delle Acli alle istituzioni?
Noi, come organizzazioni sociali, facciamo la nostra parte ma questa può assumere significato solo se messa a sistema da parte delle istituzioni che fanno diventare le buone pratiche buone politiche. E per risalire la china, in un momento così difficile, nel post pandemia il lavoro dignitoso deve essere uno dei fili trainanti. Questo chiediamo al governo e alle istituzioni.
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