Scuola, le sfide educative dell'era Covid
Antonella Palermo – Città del Vaticano
"L'obiettivo deve essere di dare ai ragazzi almeno un mese di attività scolastica, che possano chiudere insieme l'anno". Lo ha affermato il premier Mario Draghi ieri in conferenza stampa a Palazzo Chigi. E il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi si rivolge agli studenti: "Abbiate fiducia in voi e nella scuola". Intanto la Rete Nazionale 'Scuola in presenza' annuncia una manifestazione nazionale a Roma per il 10 aprile, convinta che "l'Italia non è un Paese per giovani e per famiglie se non riconosce che per tutti gli studenti la scuola è salute anche e soprattutto in tempo di pandemia. La pazienza delle famiglie e degli studenti – si legge in una nota - si è esaurita". E per venire in aiuto delle famiglie vulnerabili con figli in età scolare che necessitano di strumenti per seguire la didattica, anche a distanza, è nato un programma di credito sociale dalla collaborazione tra gruppo Iccrea e Caritas Italiana. Si chiama CooperaDad, e consiste nella erogazione di microprestiti finalizzati allo studio.
Rigenerare la speranza tra le nuove generazioni
Che la pandemia abbia moltiplicato le incertezze degli studenti e le loro incognite sul futuro è un dato certo. Per rigenerare speranza tra le nuove generazioni, Cittadella Rondine ha organizzato un confronto con testimonianze di studenti e docenti, professionisti ed esperti del settore. Esperti di comunicazione, formazione, e d’impresa, si ritroveranno oggi alle 19 sui canali facebook e youtube della Cittadella della Pace per un dibattito sulle sfide educative dell’era Covid. Insieme agli studenti di Rondine e del Quarto Anno Liceale d’Eccellenza, prenderanno parte Rosy Russo, ideatrice e presidente dell'Associazione Parole O_Stili, il filosofo Simone Regazzoni, Guido Stratta, direttore di People and Organization del Gruppo Enel.
La connessione a servizio della relazione
I temi su cui ci si concentrerà riguardano la didattica innovativa, il lavoro sull’interiorità del giovane, la relazione educativa con gli insegnanti, la relazione generativa con il gruppo classe, la trasformazione del conflitto, la comprensione dell’attualità e lo sviluppo di una visione critica, la messa a fuoco e lo sviluppo delle risorse interiori e delle potenzialità, la vocazione professionale dei giovani, la relazione con il territorio e lo sviluppo di progetti a servizio della comunità. Noam Pupko, coordinatore del progetto Quarto Anno Rondine, di origini israeliane, è un ex studente in Cittadella:
"Una delle nuove sfide è il binomio reale virtuale e come le nuove tecnologie possono cambiare le relazioni a scuola", spiega Noam precisando che "la questione della dad non può essere solo questione da sottoporre a valutazione morale. Ciò che è importante è educare i giovani e fornire loro gli strumenti per dialogare meglio. Riuscire a valorizzare la parte digitale senza trascurare il resto. Siamo tutti iperconnessi ma questo dovrebbe a servizio delle relazioni e non il contrario".
Canalizzare l'irrequietezza
I motivi di ansia tra i ragazzi si vanno stratificando in questi mesi. Così come si diffondono in maniera preoccupante episodi di autolesionismo, depressione, dispersione scolastica. Noam individua nel percorso nato sei anni fa a Rondine una buona pratica da poter mettere a disposizione sul territorio nazionale. "Il lavoro precedente che avevamo fatto sulle relazioni è stato molto utile – racconta - nel vivere il passaggio violento da una relazione in aula e una relazione a distanza. La coesione di una classe, nel momento della crisi, ha trovato proprio nell'unità, nello spirito di comunità, nel sostegno reciproco, la sua forza. L'aggancio della didattica all'attualità, questa è la chiave. In questo modo si possono aiutare i ragazzi a superare i momenti di incertezza".
Il Modello educativo Rondine
La Cittadella della Pace si impegna dunque per supportare i giovani italiani mettendo a loro disposizione tutto il potenziale del Metodo Rondine per la trasformazione creativa del conflitto e dà vita ad una nuova edizione potenziata del Quarto Anno Liceale d’Eccellenza. Un percorso dedicato a 27 diciassettenni italiani, per sostenerli nello sviluppo delle proprie risorse interiori emotive, relazionali, sociali, culturali: "per imparare ad abitare tempi come quello attuale senza subirli". Tempo fino al 2 maggio per iscriversi. "E' un modello educativo – precisa Noam - non imperniato solo sull'uso della tecnologia, ma dove il fattore centrale è la relazione educativa tra docente e classe e la disciplina che diventa una modalità interpretativa di sé e dell'attualità".
Rosy Russo, ideatrice e Presidente dell'Associazione Parole O_Stili, è madre di quattro figli e vive in maniera preoccupata il periodo di ormai oltre un anno che stiamo attraversando a causa della pandemia. Anche lei è convinta che si giochi molto il tema delle relazioni:
Ascoltare i giovani e abitare le loro stanze digitali
Un sondaggio condotto da Parole O_Stili, insieme con l'Istituto Toniolo e Ipsos, ha rivelato che ciò che sta salvando i ragazzi sono proprio le relazioni. Lo ricorda Russo esplicitando che gli adolescenti "sono stanchi e ormai non basta neppure lo schermo. Sono cresciuti gli atteggiamenti di ostilità, è stata una escalation. Dentro si sta male e le parole stanno esplodendo. Traspare dentro come fuori la rete. Sta venendo meno la pazienza e anche la creatività. Credo che vincano le relazioni significative: non c'è altra modalità che riesca a unire di più i ragazzi. Forse loro sono stati anche più rispettosi di noi adulti alle regole. Ascoltiamoli, ne hanno bisogno". E precisa il senso dell'ascolto: "Non significa sentire le lamentele ma capirle e ascoltare le loro proposte. Per loro vale tanto. Poi mi sento di dire che dobbiamo entrare nei loro mondi. Loro si stanno rifugiando nelle stanze digitali: noi adulti con loro non ci stiamo. Invece, seppur con fatica, dobbiamo capire dove stanno i nostri figli". E sull'accelerazione digitale introdotta nell'ambito della didattica, Russo afferma che "è stata una vera rivoluzione per la scuola, un passo che andava fatto. Non so se la scuola è stata trascurata dalle istituzioni, di certo bisogna investire di più. Non si fa solo con un pc ma facendo capire che per abitare la rete ci vuole cultura".
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