Usa: possibile rientro nell'accordo sul nucleare iraniano
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Importante passo in avanti per il possibile ritorno degli Stati Uniti nell’accordo sul nucleare con l'Iran siglato nel 2015. Domani a Vienna, una delegazione dell’amministrazione Usa parteciperà ai colloqui, sotto l'egida dell'Agenzia dell'Onu per l'Energia Atomica (AIEA), insieme con tutti i Paesi firmatari. Secondo le diplomazie internazionali coinvolte la strada è quella giusta, ma è ancora lunga da percorrere.
Una svolta importante
La presenza di una delegazione americana è stata accettata da tutti i partecipanti firmatari dell’intesa, ovvero Cina, Francia, Germania, Russia, Regno Unito e Iran. Tuttavia Teheran ha precisato subito che non ci sarà alcun colloquio con gli americani. L'ipotesi, quindi, è che si procederà con negoziati bilaterali con Mosca già propostasi come mediatrice. Si tratta comunque di una svolta importante, sottolinea a Vatican News-Radio Vaticana Fulvio Scaglione, esperto di politica internazionale.
Bisogna infatti ricordare che la precedente amministrazione statunitense nel 2018 era uscita da questo accordo firmato appena tre anni prima e aveva ripristinato tutte le sanzioni contro l’Iran, che ha sua volta aveva iniziato a liberarsi di molte restrizioni sul suo programma nucleare. In Austria si inizierà quindi a parlare di una possibile road map coordinata verso il ritorno graduale di Stati Uniti e Iran ai rispettivi impegni. Due gruppi di lavoro studieranno gli aspetti pratici della revoca delle sanzioni e del ritorno dell'Iran alla piena attuazione dei suoi obblighi sulla produzione di uranio arricchito. Il capo della diplomazia UE, Josep Borrel, ha dichiarato che "l'obiettivo è un accordo per il ritorno degli Stati Uniti nei prossimi due mesi". Ai colloqui guarda con attenzione Israele, da sempre preoccupata dell'avvio in Iran della produzione nucleare.
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