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Un'immagine dell'eruzione del vulcano dal monte Nyiragongo a nord di Goma Un'immagine dell'eruzione del vulcano dal monte Nyiragongo a nord di Goma 

Appello dell'Unicef per i minori dispersi dopo l'eruzione a Goma

Tra la Repubblica Democratica del Congo e il Rwanda centinaia di famiglie sono in emergenza: sono sfollate dopo l’eruzione del vulcano a nord di Goma. L’Unicef lancia un appello per i bambini dispersi, come spiega Andrea Iacomini, portavoce del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia

Fausta Speranza – Città del Vaticano

In seguito all’eruzione del monte Nyiragongo di due notti fa, più di 5.000 persone hanno lasciato Goma e hanno attraversato il confine tra la Repubblica Democratica del Congo e il Rwanda e almeno 25.000 sono state sfollate a Sake, 25 chilometri a nord-ovest di Goma. Centinaia di persone che tornano indietro trovano abitazioni danneggiate e carenza di acqua ed elettricità. Cercano di tornare lentamente a casa, dal momento che la lava ha smesso di scorrere ieri mattina. La preoccupazione dell’Unicef nelle parole del portavoce Andrea Iacomini:

Ascolta l'intervista con Andrea Iacomini

Iacomini spiega che più di 150 bambini sono stati separati dalle loro famiglie e si teme che più di 170 minori siano dispersi dopo la fuga dalla città di Goma, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Iacomini sottolinea che non è ancora chiaro quante famiglie siano state colpite dall’eruzione nel territorio di Nyiragongo, a nord di Goma, ma che molti bambini nell’area vicino all’aeroporto sono rimasti senza casa e in situazioni di indigenza.

Alcuni morti e molti dispersi

Iacomini riferisce che almeno cinque persone sono state uccise al momento dell’eruzione a Buhene, Kibatshi e Kibumba, ma che ci sono tante persone scomparse. Il portavoce dell’Unicef aggiunge che è stato dispiegato un team del Fondo Onu nelle aree colpite di Sake, Buhene, Kibati e Kibumba per fornire una risposta di prima linea. Al momento l’allarme maggiore– denuncia – riguarda chi non trova la propria abitazione ma anche per le famiglie che si trovano a vagare in zone di confine e in particolare poi per quei minori non accompagnati.

L’impegno dell’Unicef

Iacomini spiega che l’obiettivo al momento è di installare punti di clorazione dell’acqua a Sake e dintorni per limitare la diffusione del colera. Assicura che diverse reti di approvvigionamento idrico nella zona saranno clorate a breve specialmente a Goma, dopo il ritorno di migliaia di residenti. C’è poi l’impegno del Fondo – aggiunge – per  stabilire due centri di transito per bambini non accompagnati e separati, in collaborazione con le autorità congolesi locali.
L’Unicef sta anche lavorando con i partner per fornire orientamento ai casi di violenza e abuso di genere verso un adeguato supporto medico e psicosociale. A questo proposito Iacomini ricorda che l’Unicef è presente normalmente in questa fascia di terra per cercare di strappare i bambini proprio a rischi sempre vivi di abusi e di violenze. Iacomini ricorda che l’ultima potente eruzione di Nyiragongo nel 2002 aveva lasciato più di 100.000 persone senza casa.

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24 maggio 2021, 13:03