Nuove tensioni tra Israele e Gaza dopo la Marcia delle Bandiere
Michele Raviart - Città del Vaticano
L’esercito israeliano si è detto “pronto ad ogni scenario, compresa la ripresa delle ostilità, a fronte delle continue attività terroristiche dalla Striscia di Gaza”. Ad affermarlo è il portavoce dell’esercito dopo che questa notte dei caccia israeliani hanno colpito alcuni obiettivi nella parte meridionale della Striscia in seguito all’inasprimento delle tensioni dopo la “Marcia delle bandiere” di ieri a Gerusalemme.
Ieri la "Marcia delle Bandiere"
Cinquemila nazionalisti israeliani hanno infatti manifestato nelle strade di Gerusalemme Est per ricordare la vittoria di Israele nel 1967. Un evento che si svolge regolarmente ogni 10 maggio e che quest’anno era stato rimandato due volte per motivi di ordine pubblico e in corrispondenza della crisi di governo e degli scontri con Hamas a Gaza. Nel corso della manifestazione sono state arrestate 17 persone, con 33 palestinesi e due agenti israeliani leggermente feriti negli scontri.
Colpito un complesso militare di Hamas a Gaza
Per protesta, nelle ore successive, dalla Striscia di Gaza, alcuni militanti di Hamas hanno lanciato decine di palloni incendiari verso Israele, causando 25 incendi che non hanno provocato né vittime né danni. La reazione di Israele è stata quella di bombardare un sito ad est della città di Khan Younis, a sud della Striscia, con i caccia che hanno colpito complessi militari appartenenti all’organizzazione terroristica di Hamas, che per l’intelligence erano strutture e luoghi di incontro delle Brigate al-Qassam, braccio armato del movimento islamista. Nessuna vittima in quella che è stata la prima operazione militare nell’area dopo il cessate il fuoco del 21 maggio, che aveva messo fine a 11 giorni di bombardamenti e lanci di missili, provocando 255 morti a Gaza e 13 in Israele, e a pochi giorni dal nuovo governo guidato dal conservatore Naftali Bennet.
Continua la visita del patriarca Pizzaballa alla comunità cristiana
“Stiamo tutti bene”, ha riferito al Sir il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli. “Qui in parrocchia non abbiamo sentito nulla, mentre nella zona dove abitano le suore del Rosario e dove è alloggiata una parta delle delegazione patriarcale si è sentito il frastuono”. Continua quindi la visita pastorale del patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa alla parrocchia della Sacra Famiglia, l’unica cattolica a Gaza per un centinaio di fedeli presenti. Questa mattina l’incontro del patriarca con le famiglie che hanno avuto la casa distrutta nei bombardamenti del mese scorso. Nel pomeriggio sarà invece celebrata la Santa Messa nella parrocchia.
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