Mariella Enoc, vita e lavoro di una manager raccontati a un gesuita
Marina Tomarro – Città del Vaticano
Un libro nato in una sera d’estate, da un dialogo tra amici, tra il gesuita padre Francesco Occhetta e una delle più importanti manager italiane in campo sanitario Mariella Enoc, presidente dell'ospedale Bambino Gesù. Una pubblicazione, edita da Rizzoli, che vuole ripercorrere non solo la parabola lavorativa della Enoc ma raccontare il suo percorso umano, fatto di speranze e paure, gioie e ferite, le battaglie vinte e quelle perse, ma comunque combattute sempre fino in fondo.
Un percorso di vita attraversato dalla fede
”Questo volume - spiega padre Francesco Occhetta - nasce da una comune provenienza mia e della presidente Enoc dalla terra di Novara, e vuole riunire, come in una collana, le molte perle della sua vita. Abbiamo voluto far partire questo racconto dal suo impegno all’Azione Cattolica per la diocesi, alla sua presenza in Confindustria e, successivamente, alla Fondazione Cariplo e poi la sua fondamentale presenza nel campo sanitario. Ma tutto questo suo cammino è attraversato da una grande fede, che l’ha aiutata a superare situazioni che, a volte, sembravano impossibili”.
Passione, creatività e inquietudine, sono alcune parole che ritornano spesso nel libro. Ma che ritratto ne viene fuori?
Ci sono delle testimonianze, che hanno lasciato tracce importanti nella sua vita, come il suo parroco, la sua catechista, monsignor Aldo Del Monte che è stato vescovo di Novara, e Madre Anna Maria Canopi, fondatrice e prima badessa dell'abbazia benedettina Mater Ecclesiae nell'isola di San Giulio, sul lago d'Orta. Ne esce un ritratto di una donna sicuramente forte, ma anche con delle sue debolezze, su cui Dio ha potuto operare per trasformarle in punti di forza. Ed è stata proprio la sua testimonianza di vita a darle credibilità per portare avanti progetti anche molto complicati.
Quanto il percorso spirituale professionale e umano della Enoc ha avuto conseguenze nell'esperienza dell’Ospedale Bambino Gesù?
La presidente Enoc ha cercato sempre di unire questo binomio tra fede e ragione. Per lei il Bambino Gesù è la testimonianza della Chiesa di guarire i bambini e fare tutto quello che è possibile, non chiedendosi quanto costa quando si tratta di malattie rare che hanno bisogno di ricerca e di investimento. Poi adesso insieme a Papa Francesco a cui lei è legatissima, il Bambino Gesù ha avuto delle proiezioni che sono arrivate nel mondo in Paesi poverissimi, come l’ospedale di Banqui, che è stato un desiderio del Pontefice dopo la sua visita in quella terra poverissima dove tanti bambini muoiono.
A lei personalmente cosa le è rimasto di questo dialogo con la dottoressa Enoc?
Mi è rimasto prima di tutto l’esercizio dell’ascolto, che trasforma la mente e il cuore di chi lo pratica. Io credo che lei sia una grande testimone del nostro tempo, e come diceva l’apostolo Paolo, lo stare in Cristo lo si vive nella propria storia, ma anche attraverso la potenza dei doni che il Signore ci ha affidato. E Mariella Enoc questi talenti non li ha sotterrati, ma li ha messi a disposizione nella missione che il Signore le ha affidato.
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