Inizia il G7. Usa e Regno Unito firmano una nuova Carta Atlantica
Andrea De Angelis – Marina Tomarro – Città del Vaticano
Nel documento, firmato da Usa e Gran Bretagna a Carbis Bay, in Cornovaglia, che da oggi ospiterà il G7, con il ritorno a un summit in presenza dei grandi della Terra, entrambi i Paesi affermano il loro impegno a sostenere i valori condivisi e a difendersi dalle sfide "nuove e vecchie". "Ci impegniamo a lavorare a stretto contatto con tutti i partner che condividono i nostri valori democratici e a contrastare gli sforzi di coloro che cercano di minare le nostre alleanze e istituzioni", si legge nel testo firmato dal presidente Biden e dal premier Johnson.
Un accordo storico
La prima versione dell'Accordo Atlantico fu siglata nel 1941 dal presidente americano Franklin D. Roosevelt e dal primo ministro britannico Winston Churchill durante la Seconda Guerra Mondiale. Quel testo mise nero su bianco gli obiettivi degli Stati Uniti e del Regno Unito dopo il conflitto. Per il premier Johnson l'incontro con Biden è stato "molto produttivo: una ventata d'aria fresca". Anche il capo della Casa Bianca ha espresso soddisfazione.
Distribuire i vaccini per porre fine alla pandemia
Nel bilaterale i due leader hanno parlato anche della necessità di mantenere l’equilibrio del processo di pace in Nord Irlanda e della distribuzione dei vaccini per vincere la battaglia globale contro il Covid-19. ''Gli Stati Uniti saranno l'arsenale dei vaccini contro il coronavirus nel mondo", ha detto il presidente Biden, annunciando che Washington donerà 500 milioni di dosi del vaccino Pfizer contro il Covid-19 a 92 Paesi a medio e basso reddito. Biden ha aggiunto che ''questi vaccini salveranno milioni di vite in tutto il mondo”. I vaccini inizieranno ad essere spediti ad agosto e 200 milioni di dosi verranno consegnate quest'anno. “Nei momenti di difficoltà gli americani cercano di dare una mano. Ecco chi siamo", ha concluso ancora il presidente Usa, citando le tragedie della pandemia negli Stati Uniti. Anche Boris Johnson ha sottolineato che Londra donerà 100 milioni di dosi, perché l’obiettivo comune è porre fine alla pandemia nel 2022.
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