Covid, timori per i focolai di Tokyo e per il "Freedom Day" nel Regno Unito
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Sono oltre 190 milioni i casi di Covid, secondo gli ultimi dati diffusi dalla Johns Hopkins University, mentre i decessi confermati superano i 4 milioni dall’inizio della pandemia. La giornata di ieri, lunedì 19 luglio, è stata data di decisioni importanti per numerosi Paesi del mondo nel contrasto al coronavirus.
L'Inghilterra senza mascherina
Si guarda in particolare alla Gran Bretagna che, al culmine dell’emergenza sanitaria, ha abbandonato ieri quasi tutte le restrizioni sanitarie. Ma non senza timori. Con lo scattare del cosiddetto "Freedom Day", a partire dalla mezzanotte ora locale (l'una in Italia) auditorium e stadi sono stati riaperti a pieno regime, le discoteche tornate ad accogliere il pubblico, il servizio bar nuovamente autorizzato nei pub e non c'è più limite al numero di persone che possono radunarsi.
La decisione del governo del Regno Unito preoccupa scienziati e politici che ricordano che il Paese conta più di 127.800 morti. Il primo ministro Boris Johnson e il suo ministro delle finanze sono in isolamento e tra i contagiati c'è anche il ministro della Salute, Sajid Javid. A settembre il governo inglese vuole introdurre un pass sanitario che provi la vaccinazione completa all’entrata di stabilimenti aperti al pubblico più ampio.
Confini aperti, confini chiusi
Sulla stessa scia la Francia che, di fronte a "un virus che infetta la gente alla velocità della luce", ha approvato un disegno di legge che include vaccinazioni obbligatorie per gli operatori sanitari ed estende il pass sanitario a ristoranti, treni e centri commerciali.
E mentre il nuovo governo di unità nazionale della Libia annuncia la chiusura dei confini con la Tunisia, per l'aumento dei casi di contagio, il Canada riaprirà invece il suo confine terrestre il 9 agosto per i cittadini statunitensi completamente vaccinati e tutti i suoi confini il 7 settembre per i viaggiatori stranieri.
Paura ai Giochi Olimpici
Intanto a Tokyo si trattiene il respiro: secondo gli organizzatori dei Giochi Olimpici, sono stati rilevati 58 casi di Covid-19 dal 1° luglio, su quasi 20mila persone arrivati nel paese. Si tratta di atleti, accompagnatori, operatori e giornalisti, tra questi ultimi anche un cronista italiano free lance. A quattro giorni dall'inizio dei Giochi, fra i positivi risulta anche un nuovo caso al Villaggio olimpico: si tratta di Ondrej Perusic, giocatore di beach volley della nazionale della Repubblica Ceca. L'atleta è asintomatico, ma immediatamente sono scattate le misure precauzionali sul resto del team, che aveva già fatto riscontrare una positività nello staff all'arrivo in Giappone. Positiva anche una ginnasta della nazionale statunitense, che però non si trova all'interno della struttura che ospita gli atleti.
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