Cuba, monsignor Echeverrìa: si guardi al dialogo e al bene comune
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Crisi economica, crisi sanitaria dovuta al Covid sono le cause delle manifestazioni che da giorni infiammano l’isola di Cuba. Numerosi gli arresti da parte delle forze dell’ordine. Nonostante le prime concessioni del governo dell’Avana che ha autorizzato il libero ingresso di generi di prima necessità, per fronteggiare la scarsità di cibo, medicine ed altri beni primari, la situazione rimane di forte tensione. Sulla situazione nel Paese caraibico si è espresso, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, monsignor Emilio Aranguren Echeverrìa, vescovo di Holguín e presidente della Conferenza episcopale cubana, che ha messo in evidenza la necessità di aprirsi al dialogo in questa difficile crisi.
Tutti guardino al bene comune
“Deve crescere la capacità di ascoltare, lasciando che gli altri esprimano il proprio modo di vedere le cose, di vedere la vita, sia personale sia sociale”, afferma monsignor Echeverrìa. Cìò che Cuba sta vivendo è “qualcosa di straordinario”, sottolinea, a cui bisogna rispondere con l’educazione “a vivere nella società, a prendere coscienza di cosa significa essere cittadini, a valorizzare e prendersi cura del bene comune".
Perseguire l’obiettivo del bene comune
Sulle dimostrazioni che da domenica scorsa hanno invaso le principali città cubane con eccessi e anche atti di violenza, il presule afferma che “alla violenza di alcuni è stato risposto con altrettanta violenza. Per questo è necessario comprendere i bisogni e le insoddisfazioni della gente, in vista del superamento del disagio di tutti, non solo cercando le cause, ma unendo le potenzialità di chi è disposto a realizzare un progetto comune a beneficio di tutti”. Infine, sulla decisione delle autorità di bloccare l’accesso ad internet, il vescovo racconta che in questo momento “si registra un minor movimento di persone nelle strade, anche a causa delle misure igienico-sanitarie e c'è una maggiore cura dell'ordine pubblico da parte delle forze dell'ordine, favorito dalle misure di protezione che imprese e centri di servizi hanno adottato per prevenire azioni violente sulle strade o in altri spazi pubblici. Le misure adottate contro i social network sono state, dunque, adottate, per evitare la trasmissione di messaggi che avrebbero potuto causare situazioni di questo tipo”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui