Iraq: il dramma dell'incendio all’ospedale Covid di Nassiriya
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Una tragedia che rilancia drammaticamente il tema delle difficoltà con cui la pandemia di coronavirus viene affrontata nei Paesi più vulnerabili. Un incendio, probabilmente causato dall’esplosione delle bombole di ossigeno si è sviluppato nel Covid Hospital di Nassiriya, causando la morte, secondo un bilancio ancora provvisorio, di 64 persone ricoverate. Almeno 100 i feriti. Questi dati riferiti dall’emittente televisiva araba Al Jazeera.
Le accuse del presidente Salih
“Corruzione” e “cattiva gestione”. Questi i motivi della nuova tragedia secondo il presidente iracheno Barham Salih. Quanto avvenuto, secondo il capo dello Stato, “è il prodotto della corruzione persistente e della cattiva gestione che sottovaluta la vita degli iracheni e impedisce una riforma delle istituzioni”, ha scritto in un tweet Salih, che chiede un’inchiesta, affinché i responsabili di "negligenza rispondano di quanto avvenuto".
A Nassiriya come a Baghdad
Il presidente ha anche chiesto la riforma urgente dell’operato delle istituzioni in particolare quelle che operano nella gestione del settore sanitari. Poi Salih ha ricordato anche l'incendio avvenuto nell’aprile scorso in un ospedale di Baghdad, nel quale perirono 82 persone e altre 110 rimasero ferite. La tragedia aveva innescato forti proteste che portarono alle dimissioni il ministro della Salute Hasan al-Tamimi.
Ancora incerte le cause
Dopo l’accaduto, decine di persone di Nassiriya continuano a chiedere notizie dei propri cari che erano ricoverati nell’ospedale nel quale si è sviluppato l’incendio. Le autorità non hanno ancora fornito indicazioni sulle cause dell'accaduto, anche se, secondo testimoni, sembra possa essere stato causato dall’esplosione di una bombola per l’ossigeno. Tra le prime misure adottate, il premier Mustafa al-Kadhimi ha sospeso il capo del dipartimento della Salute di Dhi Qar, il direttore sanitario dell'ospedale e il capo della protezione civile.
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