Italia, al via le domande sull’assegno temporaneo per i figli minori
Marina Tomarro – Città del Vaticano
Da oggi, fino al 31 dicembre prossimo, è possibile presentare la domanda per l’assegno temporaneo. La nuova misura di sostegno è dedicata in particolare alle famiglie di autonomi e disoccupati, che non hanno diritto all’assegno per il nucleo familiare. Tra i requisiti: avere residenza in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, e un Isee in corso di validità. La domanda può essere presentata utilizzando o il portale web Inps, utilizzando la Carta di identità elettronica o la Carta nazionale dei servizi e Pin Inps rilasciato entro il 1° ottobre 2020, o attraverso gli Enti di Patronato. Per le domande presentate entro il 30 settembre 2021 saranno riconosciuti gli arretrati dal 1° luglio. Estremamente semplificata la procedura, infatti basta inserire il codice fiscale dei figli minori e l'Iban su cui accreditare le somme. In caso di genitori separati legalmente o divorziati con affido condiviso, il pagamento è diviso al 50 per cento tra i due genitori, oppure effettuato all'unico genitore richiedente in presenza di un accordo tra di loro. Sono esclusi da questo assegno i genitori di figli maggiorenni, gli extracomunitari in possesso di un permesso di soggiorno inferiore a sei mesi o residenti da poco in Italia, coloro che non hanno almeno due anni, anche se non continuativi, di residenza in Italia e quelli che non pagano le tasse in Italia.
La famiglia: bene comune di tutta la società
“Questo assegno temporaneo o ponte non è il modello vero e proprio dell’assegno unico che invece partirà il prossimo gennaio 2022. - spiega Francesco Belletti, direttore del Cisf, il Centro internazionale studi famiglia dei Paolini -. C’è un tentativo di mettere in campo più risorse e di sostenere la natalità nel Paese, certo c’è ancora molta strada da fare per migliorarlo, soprattutto per quanto riguarda la situazione delle famiglie numerose ad esempio”.
Cosa vuol dire poter ricevere questo assegno?
Per tante famiglie vuol dire molto. Vuol dire poter comprare un libro in più per i propri figli, poter pagare senza affanno le rette delle attività sportive dei ragazzi. Per alcuni poi diventa vitale, vuol dire una spesa in più, evitando così di sfiorare la soglia della povertà. Non dimentichiamo che l’Italia è uno dei Paesi europei dove c’è un altissimo numero di minori in stato di indigenza. E poi altro dato molto importante, il tema dei figli è entrato nell’agenda pubblica del Paese, questo governo ha preso una decisione importante, dove si sottolinea che i figli sono un bene comune e meritano un finanziamento
Cosa si potrebbe fare di più per le famiglie?
Dal punto di vista economico, servirebbe una revisione sulla tassazione alle famiglie, per esempio capita che una famiglia monoreddito vada a pagare più tasse di un’altra bireddito, e questo pone dei limiti. Quindi è necessaria una revisione fiscale per andare incontro ai nuclei. E poi servono ulteriori interventi di conciliazione famiglia-lavoro, più flessibilità negli orari per la cura non solo dei figli, ma anche degli anziani o delle persone disabili che spesso fanno parte delle nostre famiglie. Bisogna riscoprire la famiglia come una risorsa pubblica per il Paese, e quando una coppia mette al mondo un figlio dobbiamo essere loro vicini, perché questo bambino rappresenta il futuro di tutta la comunità.
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