Nigeria: i leader cristiani chiedono la fine delle violenze
Isabella Piro - Città del Vaticano
“Gli incessanti attacchi contro i cittadini innocenti sono un enorme ostacolo al processo di pace in Nigeria”: lo afferma l’Associazione cristiana nazionale (Can), in riferimento alle violenze e alle distruzioni dei terreni agricoli che, negli ultimi tempi, si sono registrati a Miango, nello Stato di Plateau. Qui, il 31 luglio, uomini armati hanno ucciso sette persone e raso al suolo oltre 250 abitazioni della zona; feriti anche molti residenti e distrutti 40 terreni agricoli. L’attacco è durato più di quattro ore. “La devastazione delle terre – continua la Can – se non viene controllata con urgenza, porterà alla carestia e agli stenti. Ecco perché ci appelliamo alle agenzie di sicurezza, affinché intensifichino il loro impegno a porre fine a questa minaccia”.
Urgente affrontare la questione sicurezza
Dal 2009, l’intera Nigeria vive nella paura provocata dagli attacchi degli estremisti islamici Boko Haram e dalle violenze per il controllo delle risorse idriche e agricole. In particolare, nella zona centrale del Paese, infuriano bande di pastori nomadi di etnia fulani, per lo più musulmani, che spesso attaccano persone e proprietà, scontrandosi con gli agricoltori stanziali, in maggioranza cristiani. Già a giugno, la Can aveva lanciato l’allarme per la crisi alimentare incombente sul Paese a causa delle difficoltà provocate dai continui conflitti. In particolare, l’Associazione sottolineava che “la carestia ci guarda negli occhi e, a meno che non vengano presi provvedimenti seri che permettano agli agricoltori di restare, in condizioni di sicurezza, sui loro terreni, ci troveremo con una popolazione affamata e frustrata”. Di qui, l’appello conclusivo dei leader cristiani al governo affinché “affronti con urgenza la situazione della sicurezza, una volta per tutte, per liberare i nigeriani dalle bande criminali e dal regno del terrore che hanno instaurato”.
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