Olimpiadi, sipario su Tokyo e appuntamento a Parigi 2024
Amedeo Lomonaco e Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Mentre in Grecia le fiamme minacciano il sito archeologico di Olimpia, dove sono nate le Olimpiadi, Tokyo vive l’ultimo atto dei Giochi conclusosi con una cerimonia segnata dalla tradizione giapponese, con la sfilata delle nazionali che hanno partecipato e la premiazione della maratona maschile e femminile, guardando a Parigi che nel 2024 ospiterà la prossima Olimpiade. Da questo grande evento, che ha regalato dense emozioni in un tempo scosso dalla pandemia, emergono tante storie di uomini e donne provenienti da Paesi lontani.
Gli atleti sud sudanesi, dopo il rinvio nel 2019 a causa dell’emergenza sanitaria, sono rimasti in Giappone per un altro anno, grazie a una raccolta fondi dei cittadini della città di Maebashi. La ginnasta uzbeka Oksana Chusovitina, 46 anni, ha partecipato alla sua ottava Olimpiade. La prima volta nel 1992 a Barcellona aveva 17 anni. Nel 2008 ha rappresentato a Pechino la nazionale tedesca in Germania, Paese che si è offerto di curare il figlio malato di leucemia. Ha 46 anni anche il sudafricano Dallas Oberholzer, in gara nello skateboard, che ha cominciato ad amare da giovane, negli anni dell’apartheid. Nel suo Paese usa la tavola con le rotelle per coinvolgere i bambini dei quartieri difficili, per tenerli lontani dalla droga e dalle bande.
Vittorie memorabili
Anche piccoli Stati hanno mostrato il loro valore a Tokyo. Bermuda, per la prima volta, ha conquistato una medaglia d’oro grazie ad una atleta, Flora Duffy, nel triathlon femminile. Ci sono poi storie non scalfite dal tempo. L’australiano Andrew Hoy ha vinto due medaglie nell'equitazione. Ha 62 anni ed è l’atleta più anziano medagliato nella storia dei Giochi dal 1968. Ai primi posti nel medagliere ci sono Cina, Stati Uniti e Giappone. Straordinario il cammino dell’Italia che tra l’altro, dopo la storica impresa di Marcell Jacobs nei 100 metri, ha vinto l’oro nella staffetta 4 per 100. Uno dei quattro velocisti azzurri, Fausto Desalu. Sua madre, nigeriana, lo ha cresciuto da sola. In Italia lavora come badante. Ha condiviso la gioia della vittoria del figlio con la famiglia dell’anziano che assiste.
Un segno di speranza
Ai Giochi ha anche partecipato una nazionale che non rappresenta un Paese, ma oltre 82 milioni di persone, costrette a lasciare le loro case a causa di discriminazioni, guerre. È la nazionale dei rifugiati che, per la prima volta ha partecipato alle Olimpiadi. La loro vita, in molti casi, è stata ‘una maratona ad ostacoli’ tra guerre e dittature. Ai Giochi di Tokyo hanno portato un segno di speranza, come quello auspicato lo scorso 25 luglio all’Angelus da Papa Francesco. Il testimone passa ora alle Paralimpiadi, in programma dal 24 agosto al 5 settembre. Alle 22 discipline ammesse partecipano oltre 4400 atleti, chiamati ad animare un’altra entusiasmante kermesse. Una “staffetta”, dopo le Olimpiadi, nel segno della solidarietà, dei valori autentici dello sport e della speranza.
L'Olimpiade delle belle sorprese
La cifra caratteristica di questi Giochi, inizialmente dominati dalla paura del Covid, è che hanno ridisegnato la geografia dell'agonisto mondiale. L'Italia da outsider si è ritrovata tra le grandi nella velocità in Atletica e tante altre Nazioni anche piccole sono riuscite a portare a casa per la prima volta una medaglia, per esempio San Marino e Portorico. Lo ricorda ai nostri microfoni don Leonardo Biancalani, teologo e attento osservatore del mondo agonistico, nell'intervista a Radio Vaticana - Vatican News.
Lo sport ancora una volta - afferma don Biancalani - è riuscito ad affratellare tutti: vincitori e sconfitti al di là della propria bandiera. Le Olimpiadi sono anche il risultato di impegno e sacrifici, avvengono ogni quattro anni e si vince e si perde in pochi secondi. Celebriamo le medaglie, ma del quarto classificato non si ricorda più nessuno, anche se anche in questo caso ci troviamo in una fascia di eccellenza. Il prossimo appuntamento olimpico, aParigi nel 2024, sicuramente prenderà spunto da quanto Tokyo 2020 con tutte le sue difficoltà ha insegnato al panorama sportivo mondiale e, ancora una volta, celebreremo record e storie di umanità che solo lo sport può regalare.
(Ultimo aggiornamento 08 agosto h 14.35)
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