Oms, sul Covid condividere i dati. Il no di Pechino
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
No al tracciamento politico, sì a quello scientifico: Pechino, con questa motivazione, restituisce al mittente, e quindi all’Organizzazione mondiale della sanità, la richiesta di una nuova indagine sul suo territorio sulle origini del Covid-19. Per la Cina, l’Oms, che “ignora le prove e non ha consultato gli Stati membri”, ha avanzato una proposta "inaccettabile e inappropriata".
L’appello a condividere i dati
L’Oms si era appellata a tutti i Paesi a condividere le informazioni loro possesso per poter andare avanti nello studio dell’origine del virus e per poter anche accelerare le indagini sulle varianti. Tutti i dati sul Covid, precisava l’organizzazione, sono necessari per indagare sull’ipotesi di una fuga di laboratorio dalla Cina.
Usa e Israele, avanti con la terza dose
In diversi Paesi, intanto, si sta procedendo con la terza dose di vaccino. Negli Stati Uniti si è iniziato con le persone immunodepresse per proteggerle dalla variante Delta. In Israele, dove attualmente la terza iniezione viene data agli over 60, il premier Bennett ha deciso di procedere anche con chi abbia più di 50 anni e ha ricevuto le prime due dosi oltre cinque mesi fa. Il governo israeliano, inoltre, starebbe considerando la somministrazione alle persone oltre i 40 anni. In Brasile, uno dei Paesi più colpiti, stanno aumentando le vittime tra i vaccinati con due dosi, essenzialmente anziani oltre i 70 anni. Nel mondo, ad oggi, il totale dei casi ha superato i 205 milioni, con un bilancio di oltre 4 milioni e 300 mila vittime e con un totale di 4 milioni e mezzo di dosi di vaccino somministrate. Il Paese più colpito per numero di morti restano gli Stati Uniti, seguiti da Brasile e India.
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