In Afghanistan ancora molti da evacuare
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Dopo aver ceduto il controllo ai talebani del Panshir, a parlare è proprio il capo della resistenza, Massoud, che incita gli afghani all’insurrezione contro il nuovo governo insediatosi dal 15 agosto a Kabul dopo un’avanzata militare sorprendente e rapida. Secca la risposta talebana. L’Emirato islamico, questo il nuovo nome dell’Afghanistan, è molto sensibile alle rivolte. Chiunque tenti di portarne avanti una – ha detto il portavoce Mujahid – sarà colpito duramente.
La protesta delle donne
In una popolazione che sta vivendo momenti di grande difficoltà, sono le donne ad alzare la voce con precise richieste. La protesta ha raggiunto ieri la città di Mazar-e-Sharif, dove in tante hanno dimostrato, chiedendo la presenza di donne nel futuro governo e la conferma delle conquiste civili degli ultimi 20 anni. Ma per il governo bisognerà attendere ancora qualche giorno a detta dei vertici afghani. Intanto sono ancora centinaia gli stranieri e gli afghani che cercano di lasciare il Paese. Ci sono stati colloqui degli Usa in Qatar proprio per risolvere il problema delle evacuazioni, mentre il presidente Joe Biden ha ringraziato personalmente il Kosovo per l’accoglienza dei profughi afghani.
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