I giovani di oggi, sentinelle del Creato
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Protagonisti, prima che sia troppo tardi. Il cambiamento per il futuro è oggi, nel presente. Lo ha ricordato il Papa nel videomessaggio in occasione del Seminario dedicato alla promozione di una educazione sostenibile, nell’ambito della Youth 4 Climate organizzato dall’Italia nel quadro della Copresidenza italo-britannica della COP26. L'appuntamento autunnale di Glasgow è fondamentale per intraprendere azioni concrete contro il cambiamento climatico.
Il sostegno di Francesco
Nel videomessaggio il Papa incoraggia i giovani riuniti a Milano e sottolinea come il loro impegno è volto a quella che Francesco definisce un'armonia cosmica, di cui fanno parte donne ed uomini di oggi:
Le soluzioni tecniche e politiche non sono sufficienti se non sono sostenute dalla responsabilità di ogni membro e da un processo educativo che favorisca un modello culturale di sviluppo e di sostenibilità incentrato sulla fraternità e sull’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente. Ci dev’essere armonia tra le persone, uomini e donne, e l’ambiente. Non siamo nemici, non siamo indifferenti. Facciamo parte di questa armonia cosmica. Attraverso idee e progetti comuni si potranno trovare soluzioni che superino la povertà energetica e che pongano la cura dei beni comuni al centro delle politiche nazionali e internazionali, favorendo la produzione sostenibile, l’economia circolare, la messa in comune delle tecnologie adeguate.
Quindi l'auspicio che si prendano decisioni "sagge", in grado di sviluppare quella "cultura della cura" che il Papa ha nel recente passato affermato essere importante anche per l'economia, contribuendo a combattere la tratta degli esseri umani:
È il momento di prendere decisioni sagge affinché si sappiano valorizzare le molte esperienze acquisite negli ultimi anni, al fine di rendere possibile una cultura della cura, una cultura del condividere responsabile.
I giovani protagonisti
Quanto è importante dunque l'impegno dei giovani per la cura del Creato? In che modo il loro lavoro potrà rendere migliore il pianeta e favorire quella fraternità che è la via indicata da Francesco? Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord, risponde nell'intervista a Radio Vaticana - Vatican News.
Cosa prova nel sentire le parole di incoraggiamento e gratitudine di Francesco?
Il Papa sa benissimo che i giovani sono il fulcro e possono fare la differenza in questo enorme problema ambientale che si sta palesando soprattutto con i cambiamenti climatici. Li invita ad essere attivi, a non demordere. Li ringrazia per quello che stanno facendo. Parla di sogni e progetti, ciò è bellissimo perché c'è bisogno di sognare, di creatività e servono anche progetti concreti. Stare con i piedi terra ed agire, nei vari luoghi e contesti. Francesco sa questo ed invita i giovani ad essere coerenti ed attivi. Al centro poi, dice, c'è la fraternità che unisce sia la preoccupazione per ciò che riguarda l'uomo che per quanto concerne l'ambiente. Questo è un aspetto decisivo, perché rifacendomi alla figura di san Francesco mi piace ricordare che contemplava il creato ed abbracciava contemporaneamente i fragili. Attenzione, per certi versi stiamo vivendo un periodo di sovraesposizione ambientale: sono sempre più le scritte 'eco', 'green' che leggiamo ovunque, ma poi la situazione peggiora. Temo ci sia una grande attenzione mediatica, ma una scarsa propensione a fare. A cambiare concretamente lo stato delle cose.
Nel vedere l'impegno dei giovani è importante che anche quelli di un tempo riscoprano l'impegno per il sociale, per il bene comune che una volta magari li portava ad agire, a scendere nelle piazze? C'è il rischio che si distingua tra giovani e meno giovani, dimenticando che siamo tutti sullo stesso pianeta?
Sì, è evidente che questo impegno deve essere di tutti. Gli adulti non possono delegare ai giovani, non funziona così. Dobbiamo semmai raccogliere le indicazione dei giovani ed insieme fare scelte sagge, come ci invita a fare il Papa. Dobbiamo valorizzare l'impegno dei giovani e renderlo concreto, anche giuridicamente. Servono più leggi, oltre alla bellezza del costruire occorrono regole che stabiliscano cosa non si può fare già oggi. Non possiamo rimandare, ma agire senza indugio. Il fattore tempo è fondamentale, i tempi della natura sono totalmente diversi da quelli dell'uomo.
Alla vigilia di Glasgow, con i riflettori accesi su Milano in questi giorni si parla molto di ambiente. In realtà questo è frutto anche del lavoro nascosto dei tanti giovani che quotidianamente lavorano per cambiare il pianeta, magari senza alcun riconoscimento nell'immediato.
Questo lavoro nascosto è determinante. Le persone fanno tanto, concretamente senza sbandierare il loro operato. In questo il giornalismo può fare tantissimo. L'impegno deve crescere nella diffusione delle buone pratiche, comprese quelle innovative che mostrano una creatività per certi versi inaspettata. Questo deve essere fatto conoscere perché diventi emulabile.
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