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Mai più fame: appello ai leader mondiali in vista del G20

In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione il 16 ottobre e in vista del summit finale del G20 a fine mese, Azione contro la fame presenta il manifesto firmato da decine di volti noti del giornalismo, della cultura, dello sport. Ci sarebbe cibo per tutti se non ci fossero guerre, diseguaglianze, cambiamenti climatici, ricorda il direttore generale dell’organizzazione umanitaria Simone Garroni

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Si intitola “Mai più Fame”, il manifesto voluto dall’organizzazione umanitaria Azione contro la fame e presentato ieri,  in vista della  Giornata mondiale dell’Alimentazione, il 16 ottobre, e dei prossimi appuntamenti internazionali, a cominciare dal summit finale del G20, il 30-31 ottobre, sotto la presidenza italiana. Molti i personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura, del giornalismo e del cinema che lo hanno sottoscritto.

Evitare la strage per fame nel mondo si può: i leader mondiali devono dimostrare la volontà politica di contrastare le cause strutturali, sottolinea il direttore generale di Azione contro la fame, Simone Garroni:

Ascolta l'intervista con Simone Garroni

Il  manifesto - sottolinea Garroni -  parte dall’assunto che è inaccettabile che ci siano  811 milioni di persone che soffrono la fame e oltre 2 milioni di bambini che muoiono ogni anno a causa della malnutrizione. Dobbiamo ricordarci - raccomanda - che il pianeta è in grado di produrre cibo a sufficienza per tutti, cure contro la malnutrizione infantile da tempo disponibili, efficaci e a basso costo, progetti di cooperazione in grado di realizzare l’autosufficienza delle comunità vulnerabili. Il punto è - ribadisce -  che siamo la prima generazione della storia che può eliminare la fame. Eppure, negli ultimi cinque anni, la fame è tornata a crescere affermandosi, in Italia e nel mondo, come piaga contemporanea: è inaccettabile! La fame è creata dall’uomo e i nostri leader devono avere più coraggio e dimostrare la volontà politica di combatterne le ragioni di base: conflitti, diseguaglianze e cambiamenti climatici”.

L’obiettivo per tutti

Il manifesto-appello, ha un duplice obiettivo: mobilitare la società civile sulla piaga contemporanea dell’insicurezza alimentare e spingere i leader nazionali ed internazionali, a partire dal prossimo G20 a guida italiana, ad interventi concreti e coraggiosi che vadano ad intaccare le cause strutturali della fame. Garroni ricorda che una persona affamata non è una persona libera e che la fame tradisce gli intenti della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, per la quale “tutti gli essere umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”. Ad accompagnare il manifesto c’è un filmato in collaborazione con il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Armando Trivellini, che alterna testimonianze dal campo con alcuni celebri discorsi tenuti da Martin Luther King, Ghandi e Greta Thunberg.

Alcuni dati

Se pensiamo all’obiettivo ‘zero hunger’ tracciato dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile - prosegue Simone Garroni - capiamo che ci vuole evidentemente un cambio di passo. L’ultimo Rapporto sull'insicurezza alimentare mondiale diffuso dalla FAO (SOFI 2021, The State of Food Security and Nutrition), testimonia che, nell’ultimo anno, sono aumentate di 161 milioni le persone che soffrono la fame. Il Global report on Food Crisis 2021 evidenzia il drammatico ruolo delle guerre: sei persone su 10 tra quelle che soffrono la fame vivono in aree di conflitto. E fa riferimento agli effetti dei cambiamenti climatici: per 15 milioni di persone che vivono di agricoltura e allevamento rappresentano il primo fattore di insicurezza alimentare. E poi denuncia le diseguaglianze economiche, sociali e di genere che rendono i più deboli particolarmente vulnerabili agli shock e alle crisi economiche: sono responsabili del 26 per cento delle situazioni di insicurezza alimentare globale.

I compiti della politica

Garroni spiega che con “Mai più Fame”, Azione contro la Fame - che nel 2020 ha aiutato oltre 25 milioni di persone in quasi 50 Paesi del mondo - intende ribadire che per liberare il mondo da questa piaga è necessario il massimo coinvolgimento della politica al fine di: riconoscere la lotta alla fame e alla malnutrizione come priorità nazionale ed internazionale di ogni governo; fermare l’utilizzo della fame come arma di guerra; contrastare le disuguaglianze e promuovere il ruolo delle donne; fermare il cambiamento climatico e trasformare i sistemi alimentari per renderli più equi e sostenibili. “La fame - afferma Garroni - è un problema complesso e richiede un intervento multisettoriale e a vari livelli, con il coinvolgimento di cittadini, imprese ed istituzioni. Ma è una questione fondamentale di civiltà e di diritti, oggi più centrale che mai, e noi non ci arrenderemo fino a che non verrà garantito ad ogni persona, oggi e domani, in Italia e nel mondo, il diritto al cibo, all’acqua e ai mezzi necessari per garantire la salute e il benessere proprio e della propria famiglia”.

L’opportunità del G20

Il gruppo dei 20 Paesi che rientrano tra le principali economie del mondo - rappresentano più del 80 per cento del PIL mondiale, il 75 per cento del commercio globale e il 60 per cento della popolazione del pianeta - si ritrovano nel summit di fine ottobre ancora sotto la presidenza italiana intorno al tema  “Persone, Pianeta, Prosperità”. Un’importante occasione per rilanciare la centralità dell’accesso al cibo e alla sana alimentazione. L’Italia, ospite delle sedi di FAO, WFP e IFAD,  che ha recentemente ospitato i prevertici del Food System Summit e della COP26, è chiamata, secondo Azione contro la fame, ad avere la vocazione ad un ruolo chiave nella lotta alla fame nel mondo. Il Manifesto, insieme con un video realizzato da studenti, grazie all’iniziativa nelle scuole di Azione contro la fame, viene presentato al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi. Emergono raccomandazioni precise: prevedere per il 2022 un fondo di solidarietà alimentare e sostegno alle famiglie in Italia adeguato ai bisogni delle fasce deboli della popolazione; impegnarsi in un ambizioso piano di sostegno finanziario al prossimo Nutrition For Growth summit di Tokyo a dicembre 2021 e aumentare progressivamente l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo per la cooperazione internazionale fino a raggiungere lo 0,7 per cento del PIL entro il 2030; adoperarsi per la piena implementazione della “Risoluzione 2417” che sanziona l’uso della fame come arma di guerra; dare nuovo impulso agli Accordi di Parigi del 2015 per contenere il surriscaldamento globale entro +1,5°C; promuovere lo sviluppo prioritario dell’agroecologia come strumento per assicurare sicurezza alimentare alle popolazioni più vulnerabili.

Tra gli scenari più urgenti

In particolare, con la campagna “Mai più fame”, nei prossimi cinque anni Azione contro la fame punta a raccogliere fondi per finanziare quattro progetti che agiscono anch’essi sulle cause strutturali della fame: nella secca regione del Sahel, per guidare gli allevatori verso i pascoli migliori grazie alle immagini satellitari; in Libano, per sostenere le popolazioni vittime del conflitto della vicina Siria; in India, realizzando orti giardino che migliorino il reddito, la sicurezza alimentare e il ruolo sociale delle donne; in Italia, dove con un sostegno alla spesa, un’educazione alimentare per una dieta sana e un’attività di formazione personale e professionale Azione contro la Fame consentirà alle famiglie vulnerabili della periferia milanese di passare dall’emergenza all’autonomia.

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15 ottobre 2021, 07:00