Covid in Europa. L’Oms lancia l’allerta sulle terapie intensive
Benedetta Capelli - Città del Vaticano
Il Covid-19 è la prima causa di decessi in Europa e Asia centrale. La nota dell’Oms rivela che nel Vecchio Continente la scorsa settimana le morti attribuite al virus sono aumentate di 4.200 unità al giorno, il doppio rispetto a settembre. “Possiamo prevedere - afferma l’organizzazione – una pressione elevata o estrema sui posti letto negli ospedali in 25 Paesi europei e una pressione elevata o estrema sulle unità di terapia intensiva in 49 dei 53 Paesi entro marzo 2022". Per invertire questa tendenza, spiega l'Oms, è necessario intensificare la somministrazione dei vaccini. Tra le cause che hanno portato a questo scenario: la prevalenza della variante Delta, molto più contagiosa; l'indicazione di alcuni Paesi secondo cui l'emergenza è alle spalle e la presenza di fasce della popolazione non ancora vaccinate.
Si fronteggia la nuova ondata
In Italia si decidono oggi le misure contro la quarta ondata: al vaglio green pass di natura diversa per vaccinati e non e l'obbligo della terza dose per gli operatori sanitari. Anticipata la dose booster del vaccino da 6 a 5 mesi e la somministrazione alla fascia tra i 40 e i 59 anni. In Austria l’anticipo è a quattro mesi dall'ultima dose. In Belgio lo stabilimento Audi di Bruxelles, uno dei più grandi siti di produzione automobilistica del Belgio, ha deciso di sospendere la produzione per la settimana a causa di un aumento dei casi di Covid tra i lavoratori. Ieri l'annuncio degli Stati Uniti di aver inviato altri 4,1 milioni di dosi di vaccino al Vietnam, portando il numero totale di dosi offerte dagli Usa in tutto il mondo a quasi 270 milioni.
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