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Il Papa incontra la Direttrice del carcere di Cipro Il Papa incontra la Direttrice del carcere di Cipro 

Il carcere di Cipro: dignità e umanità raccontate al Papa

L'esperienza vissuta nel carcere dell'isola è raccontata a Francesco dalla Direttrice Anna Aristotelous. Un approccio che tiene conto del valore della persona e che ha portato finora tanti frutti

di Nikos Tzoitis

Ieri mattina, dopo la Messa allo stadio di Nicosia, il Santo Padre ha incontrato, in un fuori programma , la Direttrice del carcere di Cipro, Anna Aristotelous. Una vera riformatrice del sistema carcerario cipriota che da quando ha assunto, quasi sette anni fa, la direzione dell’Istituto penitenziario della città, è riuscita a dare un volto umano e dignità ai detenuti. Risultato di questa politica è stata la fine dei suicidi e dei tentavi di fuga. Al contrario, è in continuo aumento il numero dei detenuti che seguono corsi di formazioni e anche studi teologici in collaborazione con la scuola teologica di Cipro, oltre a varie attività culturali. Finora trenta sono stati i diplomati e i laureati. 

Il saluto di Francesco a Anna Aristotelous
Il saluto di Francesco a Anna Aristotelous

Nei programmi di recupero la Direttrice ha inserito anche dei detenuti condannati per ingresso illegale in territorio cipriota. E dieci di loro, saranno nel gruppo di persone che il Santo Padre porterà con sé in Italia. In questa sua funzione Anna Aristotelous è coadiuvata dalla vice direttrice Athina Dimitriou ,esperta del mondo ottomano:

Direttrice, quali sono i vostri sentimenti dopo l’incontro con Papa Francesco?

La visita del Papa a Cipro è stata un fatto storico straordinario che ci ha riempiti di gioia e di ammirazione.  Per me personalmente incontrare il Santo Padre è stato anche un grande onore in quanto, come direttrice del carcere, ho avuto la possibilità di esprimere tutta la mia ammirazione e la mia stima per la sua instancabile attività e il suo sincero interesse per i bisognosi e la gente più semplice. Ho potuto raccontare al Papa l’approccio umano che noi attuiamo nei confronti dei nostri reclusi. Negli ultimi anni, ho avuto l’occasione di condividere quella che è la nostra convinzione circa l’importanza e la cura che richiede il benessere della persona nella sua totalità, senza alcuna distinzione culturale o religiosa e nel pieno rispetto delle diversità e dell’unicità di ciascuno.

Che messaggio porterà ai vostri reclusi dopo questo incontro?

Il messaggio che porterò ai detenuti del carcere è che il Santo Padre prega per loro, come per tutti gli uomini, e trasmetterò anche la sua benedizione e il suo profondo amore. Allo stesso tempo il Papa ha espresso il desiderio che ciascuno di loro continui a coltivare dei valori, a migliorare e ad acquisire coscienza di sé, senza perdere l’umiltà e la semplicità e rispettando tutti, come d’altra parte il Santo Padre ha sempre fatto.

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