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Dialogo in corso tra Israele e Autorità Palestinese

Secondo incontro in pochi mesi tra il ministro della Difesa e vicepremier di Israele, Benny Gantz, e il presidente palestinese, Abu Mazen. Al centro del colloquio questioni di sicurezza locale e regionale. Giorgio Bernadelli di Asia News: un passo importante per il futuro dei rapporti israelo-palestinesi

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Prove di dialogo tra Benny Gantz, ministro della Difesa e vicepremier israeliano, e il presidente palestinese, Abu Mazen. I due leader si erano incontrati una prima volta il 30 agosto scorso a Ramallah, mentre ieri sera il colloquio è avvenuto nell’abitazione di Gantz, vicino Tel Aviv. Era da oltre un decennio che il presidente palestinese non incontrava una personalità del governo in territorio israeliano. Dunque si tratta di un importante passo che potrebbe portare all’allentamento delle difficoltà di dialogo. In un tweet Gantz ha confermato l’importanza dell’incontro. “Abbiamo discusso dell'attuazione di misure economiche e civili e della necessità di rafforzare il nostro coordinamento in materia di sicurezza e prevenire terrorismo e violenza per il benessere tanto degli israeliani”, ha scritto il ministro. Sempre su Twitter il commento palestinese. Hussein Al Sheikh, ministro per gli Affari civili palestinesi e personalità vicina al presidente, ha riferito che i due leader hanno discusso dell'importanza “di creare un orizzonte politico che porti a una soluzione politica in conformità con le risoluzioni internazionali”.

Regolarizzare oltre 9 mila palestinesi

Al di là che si concretizzi la possibilità di rimettere in piedi il negoziato di pace, afferma, nell’intervista a Radio Vaticana - Vatican News, Giorgio Bernardelli, coordinatore editoriale di Asia News, l’agenzia di informazione promossa dai missionari del Pime, il colloquio Gantz-Abu Mazen riveste una grande importanza, perché ha avviato la possibilità di varare una serie di misure tese a stabilizzare i rapporti tra israeliani e palestinesi. Tra queste, l'assegnazione di uno status a circa 9.500 palestinesi, che ora si trovano sul territorio israeliano senza alcun riconoscimento. Questa regolarizzazione - afferma Bernardelli - consente a molte persone di non essere espulse e di garantire loro il lavoro e il mantenimento dei rapporti con il resto della famiglia.

Ascolta l'intervista a Giorgio Bernardelli

Una collaborazione nata col Covid

Un canale di comunicazione politica - afferma Bernardelli - si è comunque riaperto. Ma questo è avvenuto anche nel periodo della pandemia che stiamo ancora vivendo. Pur persistendo rapporti critici e difficili, nei mesi scorsi la cooperazione sanitaria tra israeliani e palestinesi non è mai mancata. C’è la consapevolezza che di fronte all’emergenza del Covid non ci sono muri o frontiere che tengano. La speranza è che questo dialogo prosegua e che possa garantire l’adozione di misure che diano respiro all’economia palestinese messa in ginocchio dal coronavirus.

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29 dicembre 2021, 15:10