L'Adorazione dei Magi di Bologna, il più antico presepe al mondo
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Si trova a Bologna quello che è ritenuto il più antico presepe al mondo composto con statue a tutto tondo. Dobbiamo recarci all’interno del noto complesso architettonico di Santo Stefano, anche chiamato ‘Sette Chiese’, o Santo Sepolcro, o la ‘Sancta Jerusalem Bononiensis': nelle intenzioni di San Petronio, vescovo e patrono della città, doveva infatti ricreare i luoghi sacri di Gerusalemme nell’area in cui un tempo sorgeva il tempio pagano della dea egizia Iside.
La ‘Sancta Jerusalem Bononiensis‘
“Qui è conservata una copia del Santo Sepolcro che paradossalmente è più antica di quella che si trova a Gerusalemme”, spiega a Vatican News frate Francesco Mazzon, della fraternità di Santo Stefano.
Delle sette chiese originali oggi ne rimangono quattro: dentro la Chiesa della SS. Trinità o del Martyrium, in una piccola cappella, è custodito il pregevole gruppo ligneo raffigurante l’Adorazione dei Magi. Fu intagliato sul finire del 13.mo secolo e colorato, con ogni probabilità dal noto pittore bolognese Simone dei Crocefissi, un secolo più tardi, nel 1370.
La brillantezza ritrovata
La splendida policromia risalente all’epoca gotica è riemersa dall’oscuramento provocato dal tempo grazie al restauro del 1983. Nei primi anni duemila si è reso necessario un nuovo intervento conservativo finalizzato a frenare i danni provocati dall’umidità sui colori smaglianti come l’oro, il rosso, il blu o il verde. L’Adorazione dei Magi è quindi stata esposta fino al Natale del 2006 nella Pinacoteca di Bologna. Nel 2007 è tornata finalmente a Santo Stefano dove è conservata, in forma definitiva e permanente, all’interno di una grande teca ad umidità e temperatura controllate elettronicamente.
Il re in ginocchio
Ignoto l’autore, alcuni studi ipotizzano si tratti del Maestro del Crocifisso 1291 custodito nelle Collezioni d’Arte del Comune di Bologna. Ricavate da legno di tiglio ed olmo, le cinque statue a grandezza d’uomo raffigurano la Vergine seduta con il Bambino in braccio, San Giuseppe in piedi e tre figure di Magi: due in posizione erettaa alte 160 cm, il più anziano inginocchiato, 110 cm, è senza corona, “a simboleggiare – spiega frate Mazzon - che di fronte alla regalità di Dio, la regalità umana decade”.
Il gioco di sguardi
All’interno della Sacra Famiglia intercorre un armonioso gioco di sguardi. Tra i Magi uno punta il dito verso l’alto, in direzione della stella che li ha guidati, un altro è in atteggiamento di adorazione, il terzo porta un dono al Bambino. I sapienti non hanno i tradizionali tratti somatici dei popoli giunti da ogni parte del mondo; sono rappresentativi invece delle tre età dell’uomo. Evidente il significato: l’incarnazione di Cristo, l’incontro e il riconoscimento del Figlio di Dio in quel Bambino sono avvenuti nella storia; l’Epifania è un evento che si ripete nella storia ed in ogni momento della vita dell’uomo.
L'Epifania nella vita dell'uomo
“All’interno dei tanti fatti che accadono nel corso della nostra esistenza – prosegue frate Francesco Mazzon - il Signore viene a visitarci. Non c’è un’età precisa in cui si verifica, ci sono momenti in cui noi lo riconosciamo. Siamo chiamati ogni giorno a compiere il cammino dei Magi per riconoscere la presenza del Signore che visita la nostra storia”.
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