Czerny: soccorrere i migranti in mare è il più alto servizio
Marco Guerra – Città del Vaticano
Resta drammatica la situazione dei migranti alle frontiere dell’Europa, che tentano di attraversare il Mediterraneo, mentre Papa Francesco, attraverso il cardinale Czerny, invia un nuovo messaggio di sostegno a chi è in prima linea nell’aiutare persone che cercano scampo via mare da violenze e miseria. Nella notte tra domenica e lunedì scorsi a Tripoli, in Libia, un presidio di rifugiati, che da mesi protestano per ottenere una protezione internazionale, è stato sgomberato dalle forze di sicurezza libiche, che poi hanno condotto oltre 600 persone nel campo di prigionia di Ain Zara.
Dozzine di feriti nel blitz delle forze libiche
Secondo diverse testimonianze l’operazione è stata condotta con modalità violente e un team di Medici Senza Frontiere ha curato 68 persone ferite durante l'arresto di massa. Per sette feriti, riferisce l'Ong in una nota, è stato necessario provvedere a un trasferimento in ospedale, mentre a 190 persone è stato offerto supporto psicologico. Gabriele Ganci, capomissione di Msf in Libia, riferisce che "durante la visita settimanale nel centro, il team di Msf ha curato persone con ferite da taglio, segni di percosse e persone traumatizzate dagli arresti forzati. Tra loro - prosegue Ganci - anche genitori che sono stati picchiati e separati dai loro figli durante l'evento". "Quanto accaduto dimostra, ancora una volta, come in Libia tutti i migranti siano soggetti a detenzioni casuali e arbitrarie, perfino chi chiede protezione e trattamenti in linea con il diritto umanitario", afferma Ellen van der Velden, direttore delle operazioni di MSF.
Don Ferrari: record di respingimenti
Don Mattia Ferrari, prete dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola e cappellano di Mediterranea Saving Humans, riferisce a Vatican News che gli arresti dei migranti a Tripoli sono stati eseguiti dal Dipartimento libico contro l’immigrazione illegale, che ha smantellato un presidio di rifugiati “che manifestavano pacificamente da oltre cento giorni per chiedere il diritto alla protezione internazionale”. “Dopo cento giorni – prosegue – non c’è stata risposta dall’Europa e dalle autorità libiche ma solo un atto di forza che ha portato all’arresto di circa mille persone”. Secondo le informazioni raccolte dal sacerdote la polizia libica in questo momento sta inoltre ricercando le persone scampate alla cattura. “Quest’anno c’è stato un record di respingimenti di migranti in Libia – afferma ancora don Mattia – circa 30 mila persone fermate dalla guardia costiera, che viene finanziata da Frontex e dall’Italia. Respingimenti che violano i diritti umani internazionali”. Infine il sacerdote parla della “speranza delle fraternità” che tocca con mano sulla nave Mare Jonio: “Tutti i migranti di qualsiasi religione vedono la realizzazione di questo anelito nella figura di Papa Francesco, lo percepiscono come il padre di tutti i poveri”.
La lettera del cardinale Czerny a "Mediterranea"
Proprio ai volontari di "Mediterranea", in occasione delle festività natalizie, è stata inviata una lettera di incoraggiamento firmata dal cardinale Michael Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, il quale ha assicurato la preghiera di Papa Francesco per la loro missione, a pochi giorni dalla partenza della Mare Jonio. Nella missiva il porporato sottolinea che “soccorrere i nostri fratelli e sorelle migranti è il più alto servizio che potete offrire”. “Voi avete sperimentato in mezzo al mare che la fraternità universale può essere risanata con l’amore – si legge ancora nella lettera - manifestato in pienezza nella Croce di Gesù. Continuate a percorrere questa strada dell’amore senza stancarvi”.
Dabbane (Mfs): minori non accompagnati in crescita
“I Fatti di Tripoli dimostrano che i migranti presenti in Libia non vivono in condizioni sicure, sono stati portati in un centro di prigionia già affollato, chiediamo pertanto alle autorità locali di mettere fine a questo sistema di detenzione e all’Unione Europea di fermare i finanziamenti a queste modalità di controllo delle migrazioni”, afferma poi ai microfoni di VaticanNews il portavoce di Mfs italia, Maurizio Dabbane. “Nelle ultime missioni della nostra nave – prosegue – abbiamo visto un numero di minori non accompagnati in forte crescita; siamo pronti a tornare in mare per supplire alle mancanze di un sistema di ricerca e soccorso che è stato smantellato dall’Unione Europea”. Infine Dabbane conferma un aumento delle partenze dei migranti nel 2021, “numeri comunque gestibili se l’Ue non voltasse le spalle a chi chiede aiuto”.
Le navi delle Ong tornano in mare
Dunque in questi giorni molte navi delle Ong si apprestano a riprendere il servizio nel Mediterraneo centrale. Nei prossimi giorni partirà dal porto di Augusta, in Sicilia, la nave Geo Barents di Medici senza frontiere. Sempre a giorni lascerà il porto di Trapani la nave Mare Jonio della Ong Mediterranea, ma nello stesso porto ieri la Guardia costiera italiana ha sottoposto a fermo amministrativo la Ocean Viking, battente bandiera norvegese, della Ong Sos Mediterranée, che accoglie a bordo un team medico della Croce Rossa Internazionale. Le autorità marittime italiane hanno rilevato "diverse irregolarità di natura tecnica, tali da compromettere la sicurezza degli equipaggi e delle persone recuperate a bordo nel corso del servizio di assistenza svolto".
Frontex: 200 mila migranti irregolari nel 2021
Frontex, l’Angezia europea di guardia di frontiera, conferma nel frattempo l’aumento del flusso di migranti verso le frontiere europee. Sono stati quasi 200 mila, il 57% in più rispetto al 2020, gli arrivi di migranti irregolari in Europa. L'aumento della pressione migratoria è una conseguenza della fine delle restrizioni alla mobilità decise nell'anno più critico della pandemia. La rotta del Mediterraneo centrale ha rappresentato un terzo del totale degli arrivi nell’Ue e ha fatto registrare un incremento dell’83% del flusso rispetto all’anno precedente. La nazionalità più ricorrente fra chi è arrivato in Europa al di fuori dei percorsi regolari è ancora una volta quella siriana, seguita da tunisini, marocchini, algerini e afghani. Anche nel 2021 le donne rappresentavano meno del 10% degli arrivi, in netto calo rispetto al 2019, mentre la quota di minori è rimasta stabile.
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