Attacchi in Nigeria, oltre 200 morti. Il cardinale Onajekan: piangiamo queste vittime
Michele Raviart - Città del Vaticano
In Nigeria almeno 200 persone sono state uccise in diversi attacchi nell’ultima settimana da parte di uomini armati nello Stato nigeriano nord-occidentale di Zamfara. Centinaia di uomini armati sono arrivati in motoe hanno lanciato il loro attacco a dieci villaggi nei distretti di Anka e di Bukkayum, sparando a vista sui civili. Forse si tratta di una risposta ai raid dell’esercito che lunedì scorso avevano ucciso oltre 100 combattenti, definiti “banditi” dal governo.
Liberati 30 studenti e un insegnante
Gli attacchi sono stati condannati dal presidente nigeriano Muhammadu Buhari. “Rassicuro le comunità assediate e gli altri nigeriano che questo governo non li abbandonerà alla loro sorte e siamo più che determinati a sbarazzarsi di loro”. Liberati intanto, dopo sette mesi, 30 studenti e un insegnante rapiti nello Stato di Kebbi. I minori vittime di sequestri nel Paese lo scorso anno sono stati 1400 e ne risultano dispersi circa 200. Una situazione difficile che coinvolge egualmente cristiani e musulmani.
Cardinale John Olorunfemi Onayekan, arcivescovo emerito di Abuja, cosa sappiamo di questi attacchi?
È la malvagità dei terroristi che decidono di uccidere le persone senza nessuna giustificazione e non si può certo dire che rappresentano la religione islamica in Nigeria. Tutti noi piangiamo per queste vittime.
Come sopravvive la popolazione a questi attacchi e chi sono questi “banditi”, come li definisce il governo?
“Banditi" è solo una terminologia, per me si tratta di terroristi, che negli ultimi quattro - cinque anni hanno causato tantissimi danni nel sud e nord-ovest. Attaccano i campi degli agricoltori, uccidono i contadini e nessuno dice niente. Poi hanno cominciato con i rapimenti. Il governo dichiara di non poter identificare precisamente dove si trovano questi banditi e dove portano le loro vittime: alcuni bambini rapiti dalle scuole sono scomparsi da più di un anno, alcune ragazze da sette.
Tra le buone notizie c’è però la liberazione di 30 studenti…
Io non la vedo come una “buona notizia”, perché resta inaccettabile che i banditi trattengano centinaia di ragazzi e i loro insegnanti nel bosco e che le forze dell’ordine non riescano a rintracciarli, né la polizia, né i servizi di sicurezza, né l’esercito nigeriano. Quelli poi che sono rilasciati, non è che sono rilasciati liberamente, ma perché hanno pagato un riscatto. Ne rimangono ancora tanti vittime di sequestri, e i loro genitori e i loro parenti non hanno modo di pagare quanto richiesto. E il governo ritiene di non potere fare niente: nlla situazione attuale non importa chi è presidente, se non cambia questa situazione tutto è inutile.
E i cristiani come vivono questa fase particolarmente complessa?
Non sono d’accordo quando si interpreta la nostra situazione come una persecuzione di cristiani da parte dei musulmani. Questa non è la realtà. Per me l’unico modo per superare questa situazione è trovare un governo che ci aiuti a ricostruire la nostra unità e la coesistenza nazionale. Naturalmente abbiamo anche bisogno della preghiera. Io prego per tutti i miei confratelli cattolici e cristiani, e prego anche per tutti i miei concittadini musulmani che sono in mano ai terroristi da anni. Prima ritroviamo un Paese stabile per tutti, meglio sarà anche per noi cristiani.
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