La storia del calciatore Immobile raccontata da monsignor Viganò
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Con 174 reti segnate in serie A in 280 presenze, Ciro Immobile è uno dei cannonieri più prolifici del campionato italiano. Trentadue anni da compiere martedì, il capitano della Lazio viene da una famiglia semplice di Torre Annunziata, in provincia di Napoli. Una famiglia con il calcio nel Dna, Antonio, il papà di Ciro, era un bravissimo attaccante, il suo primo maestro. A confessarlo è lo stesso bomber nell’intervista realizzata da monsignor Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, per il ciclo “Il Valore della Vittoria” de Le Ragioni della Speranza, seconda parte del programma A Sua Immagine, in onda sabato alle 16.30 su Rai Uno.
Il valore della famiglia
“La passione per il calcio – afferma Immobile - mi è stata trasmessa da mio padre, dai miei zii e dai miei nonni che erano proprietari di un club a Torre Annunziata. Mio padre era un bravissimo attaccante e faceva tanti gol. La mia famiglia, umile ma con valori saldi, è stata fondamentale nel sostenermi e spronarmi. Senza di loro non ce l’avrei mai fatta!”. La famiglia è un punto fermo della vita del bomber, sposato dal 2014 con Jessica, conosciuta durante la militanza a Pescara. Hanno tre bambini: Michela che ha lo stesso nome della mamma di Ciro, Giorgia e infine Mattia. “Con mia moglie è stato il classico colpo di fulmine. Lei viene da una famiglia semplice, il padre postino e la mamma cuoca, e questo mi piaceva molto. Ho sentito subito – confessa Immobile - che poteva essere la donna della mia vita”.
La devozione alla Madonna della Neve
Nell’intervista Ciro ricorda con affetto anche il parroco con il quale giocava a pallone nel piazzale della chiesa del suo quartiere e la nonna che gli ha trasmesso la fede e la devozione per la Madonna della Neve, patrona e protettrice di Torre Annunziata. Racconta anche che ai suoi bambini sta trasmettendo “la fede, come hanno fatto i nostri genitori, ma fino a un certo punto. Dopo, la strada dovranno percorrerla da soli”. Immobile parla anche di Papa Francesco che ha incontrato in diverse occasioni sia con la Nazionale italiana di calcio che con la Lazio ma anche all’udienza generale in San Pietro. Lo scorso novembre, Ciro ha arbitrato la partita di calcio “Fratelli tutti” che si è tenuta nel centro sportivo della Lazio, a Formello, tra la rappresentativa della World Rom Organization e la “Squadra del Papa – Fratelli tutti”. Un evento per raccogliere fondi da destinare al progetto “Un calcio all’esclusione”, promosso dalla diocesi di Roma per favorire l’inclusione dei Rom e delle persone più fragili.
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