Elettra Marconi: la radio secondo mio padre, un mezzo per il bene di tutti
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Un lungo viaggio col padre, che un giorno rese il mondo più piccolo e i popoli più vicini. Un viaggio geografico in gioventù e oggi, a 92 anni, della memoria che spazia libera come le onde che rivoluzionarono le comunicazioni del primo Novecento e dei decenni successivi. La principessa Elettra Marconi non perde mai occasione di ricordare il papà Guglielmo e gli occhi le si accendono quando il ricordo si sofferma sulla nascita della Radio Vaticana di cui è una coetanea, una sorta di “invenzione dell’invenzione”, che rese Marconi ancora più celebre.
Principessa Marconi, oggi è il compleanno della Radio del Papa: cosa le suscita questo anniversario?
L’intenzione di mio padre, avendo passione per l’elettricità, era quella di inventare un metodo che fosse in grado soprattutto di salvare le vite umane, un modo per mettere la tecnologia a beneficio all’umanità. Lui ha sempre detto: “Le mie invenzioni non sono per distruggere, ma per salvare. Per salvare le vite e la vita degli uomini, delle persone”. Era un uomo generoso, mio padre: era attirato dalla possibilità di poter diffondere le informazioni durante i viaggi, raggiungendo posti lontani, o di permettere di mettersi in salvo, chiamare aiuto, e più in generale per comunicare e unire i cinque continenti, evitando le guerre e favorire la pace, per dare benessere appunto. Mio padre ha lavorato tutta la vita per questo e con grande tenacia vi è riuscito, e incoraggiava anche i giovani a sviluppare le sue invenzioni. Credo sarebbe molto contento di vedere - e credo che lui ci segue e che sa tutto - dello sviluppo avuto dalla radio. Per me allora l’anniversario di oggi è motivo di una gioia immensa. E penso a cosa sia stato per mio padre avere la soddisfazione di vedere usata così la sua invenzione, in tante modalità. Personalmente sono molto legata alla Radio Vaticana, che lui ha costruito per Papa Pio XI. Quindi per me è un grande giorno e ringrazio moltissimo la Radio Vaticana che ascolto sempre e che penso sia la più importante al mondo.
Ringraziamo noi Lei, per queste parole così belle che ci ha rivolto. Domani è la Giornata mondiale della Radio: perché è così importante ancora oggi, la radio? La radio è un mezzo - lo diceva - che ha salvato anche tante vite…
Sì e continua a salvarle! Ricordo mio padre da bambina che mi parlava dello sviluppo della radio, di passare alle onde corte e poi alle microonde, e io stessa sono stata testimone delle sue ultime invenzioni sullo yatch “Elettra”, che era la nostra casa navigante. Per questo mi piace sempre ricordare mio padre, lo spirito con cui ha creato questa meraviglia che ha dato un grande beneficio all’umanità. E questa è una cosa bellissima di cui io sono molto grata, come so che lo siete voi e tutti coloro che comprendono l’importanza di questa invenzione meravigliosa.
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