Lavoro schiavo, risolta la vertenza di Grafica Veneta
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
È stato anche l'intenso dialogo a distanza tra la fine di luglio e i primi di agosto dell'anno scorso, tra Maurizio Maggiani, scrittore e giornalista ligure, e Papa Francesco, a contribuire alla notorietà e ora alla risoluzione del caso di "lavoro schiavo" nella stamperia di Padova, che ha all'attivo circa 200 milioni di libri stampati ogni anno pronti e distribuiti in 48 ore. Maggiani sulle pagine del Secolo XIX in una lettera aperta raccontava con “vergogna” la scoperta del metodo criminale a danno degli immigrati impiegati con paga da fame, senza orari e diritti, presi a calci e pugni se osavano chiedere il rispetto delle regole. "Vale la pena - scriveva - di produrre belle e sagge opere se per farlo abbiamo bisogno del lavoro degli schiavi?”. Pronta e sorprendente a pochi giorni di distanza era arrivata la risposta di Francesco rilanciata dallo stesso quotidiano: "In gioco c'è la dignità delle persone, quella dignità che oggi viene troppo spesso e facilmente calpestata con il ‘lavoro schiavo’, nel silenzio complice e assordante di molti" scriveva il Papa, ribadendo che “per un cristiano ogni forma di sfruttamento è peccato”.
Oggi la soluzione
Dopo mesi muro contro muro, in cui Grafica Veneta ha reagito inizialmente rifiutando ogni responsabilità diretta sull'accaduto, anche con la forza delle lotte sindacali la vertenza si è risolta ripagando sfruttamento, minacce e vessazioni subite, come spiegano i pm, ai lavoratori stranieri assunti da Bm Service, una ditta esterna alla quale erano state affidate le operazioni di imballaggio dei libri e di apposizione del timbro della Siae. Tre assunzioni a tempo indeterminato con mille euro di risarcimento. Tre a tempo determinato ma con il diritto di entrare per primi in pianta stabile appena se ne presenterà l’occasione, più duemila euro. Rientro al lavoro per tutti già il 23 febbraio. Risarcimenti dai 5 agli 11 mila euro per altri lavoratori che nel frattempo si sono trasferiti. Soluzione trovata anche alle parole del presidente di Grafica Veneta, Fabio Franceschi che al Secolo XIX aveva detto: "Ci rivolgeremo al territorio, assumeremo solo veneti d’ora in poi" rischiando accuse di discriminazione razziale. Lo stesso Franceschi in visita alla moschea di Padova, è tornato sui suoi passi dichiarando la volontà di assumere lavoratori di qualsiasi etnia, razza o religione, "c’è spazio per tutti coloro che - ha detto - hanno buona volontà senza preclusione".
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