Mattarella rieletto, Acciavatti: con il Papa un'intesa basata sugli stessi valori
Fabio Colagrande – Città del Vaticano
L’inaspettata rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale è stata salutata da un telegramma in cui Papa Francesco ha sottolineato lo “spirito di generosa disponibilità” con cui il presidente ha accolto il suo secondo mandato. La sintonia tra il Pontefice e il Capo dello Stato, dal loro primo incontro in Vaticano il 18 aprile 2015, è stata evidente in diverse occasioni, confermando i tradizionali buoni rapporti tra pontefici e presidenti, dalla nascita della Repubblica italiana, nel ’46, a oggi.
“Francesco è subito diventato un punto di riferimento per gli italiani”, aveva affermato Mattarella nel maggio 2019, in un’intervista ai media vaticani, aggiungendo che il suo magistero “riceve grande attenzione ed esercita influenza significativa sui nostri cittadini”. Nel marzo scorso, in un messaggio in occasione dell’ottavo anniversario dell’elezione di Francesco, Mattarella definiva l’invito del Papa alla fraternità, al centro dell’enciclica Fratelli tutti, un “forte richiamo all’esercizio di una cittadinanza responsabile" e una "guida sicura per quanti svolgono incarichi istituzionali e politici”. In attesa della cerimonia del giuramento di Mattarella a Montecitorio e del suo insediamento al Quirinale, fissati per il 3 febbraio, lo storico e saggista Alessandro Acciavatti riflette sulle prospettive del rapporto tra Papa e presidente nel suo nuovo settennato:
Cosa l’ha colpita nel telegramma inviato da Francesco a Mattarella, sabato 29 gennaio, nel giorno della sua rielezione?
Il presidente della Repubblica - ricevendo i presidenti delle camere Casellati e Fico subito dopo la sua elezione - si era detto “pronto a interpretare le attese e speranze dei concittadini”, ripetendo la formula utilizzata anche sette anni fa nella medesima circostanza. Il Papa, invece, nel telegramma inviato a Mattarella definisce “essenziale” il servizio del presidente in “tempi in cui sono diffusi disagi e incertezze”. Mi sembra che qui ci sia il punto d’incontro. Francesco e Mattarella mi sembra utilizzino in sostanza termini speculari che sottolineano la stessa interpretazione delle responsabilità del Capo dello Stato in questo momento storico. Possiamo dire che questo telegramma del Pontefice conferma che tra i due leader c'è un rapporto quasi simmetrico, anzi direi che molto spesso i loro messaggi possono sovrapporsi, perché sono animati dagli stessi valori, dal medesimo “idem sentire”. Papa Francesco in un'intervista del 2016 rilasciata a Massimo Franco del Corriere della Sera, racconta che, quando nel 2013 il presidente Giorgio Napolitano venne rieletto, gli inviò un telegramma di felicitazioni, come ha fatto ora con Mattarella, accompagnato da una telefonata in cui gli disse che il suo gesto di accettare di nuovo l’elezione al Quirinale, era stato - anche considerando la sua età - un gesto di “eroicità patriottica”. Io non ne ho naturalmente notizia, ma non possiamo escludere che anche in questo caso il Santo Padre abbia accompagnato il telegramma con una telefonata personale al presidente Mattarella.
Alla luce del dialogo e della sintonia tra Francesco e il presidente Mattarella durante il primo mandato di quest'ultimo, come guardare ora a questo secondo settennato?
Credo che come sempre entrambi non guarderanno alla forma, ma alla sostanza. Tutti ricordiamo che il presidente Mattarella ha compiuto una visita formale in Vaticano - che allora pensavamo di congedo - non più tardi del 16 dicembre scorso. Quindi dubito che ci sarà un nuovo scambio di visite, ma credo si confermerà quell’intesa di cui ho appena parlato. I loro incontri saranno occasioni in cui potremo vedere due personalità che camminano sulla stessa strada. Certo, bisogna fare attenzione al fatto che il presidente della Repubblica è il primo custode della laicità dello Stato e questa deve essere assolutamente garantita. Ma i valori che li uniscono sono gli stessi e lo vedremo certamente nelle tante occasioni di incontro dei prossimi mesi. Penso a un’occasione che probabilmente li vedrà incontrarsi, la Beatificazione di Papa Giovanni Paolo I, il prossimo 4 settembre. Quindi non sarà, a mio parere, un rapporto basato su occasioni formali, perché entrambi sanno di poter contare l'uno sull'altro nei momenti difficili. E in questo momento storico, i momenti difficili, i dossier complessi da seguire, come confermano le parole del telegramma del Pontefice a Mattarella, non mancano. Aggiungo che molto probabilmente, almeno così vuole la prassi, il presidente Mattarella nel messaggio di insediamento di giovedì prossimo citerà il telegramma del Pontefice e lo ringrazierà personalmente. Tra i tanti messaggi che i Capi dello Stato italiani ricevono nell'occasione della loro elezione - o rielezione come in questo frangente -l'unico che citano nel momento dell'insediamento è infatti di solito quello del Pontefice. Quando Mattarella si insediò, il 3 febbraio del 2015, fece proprio riferimento alle parole di Francesco contro la corruzione che il Papa aveva usato nel suo messaggio augurale.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui