Safer Internet Day. L' allarme della Polizia postale: in aumento i reati contro i minori
Marco Guerra – Città del Vaticano
Oltre cento nazioni di tutto il mondo celebrano oggi il Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in rete e l’uso corretto del web, istituita e promossa dalla Commissione Europea nel 2004. “Together for a better internet” è il titolo scelto dall’organismo dell’Ue per promuovere la ricorrenza, che si pone come obiettivo l'uso sicuro e consapevole di Internet da parte di ragazzi e ragazzi ma anche il ruolo attivo nella costruzione di un ambiente digitale come luogo positivo.
Il calendario di eventi
Negli anni il Safer Internet Day è diventato un appuntamento di riferimento per tutti gli operatori del settore, le istituzioni e le agenzie educative. Quest’anno in Italia, in occasione della giornata, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), il comitato interministeriale per i Diritti umani (Cidu) e Unicef Italia hanno tradotto e pubblicato il commento generale numero 25 «Sui diritti dei minorenni in relazione all’ambiente digitale» del comitato Onu sui Diritti dell’infanzia. Previsto anche un fitto programma di iniziative organizzate dal Ministero dell'Istruzione, coordinatore del progetto 'Generazioni Connesse', che vede come principali partner l'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, la Polizia di Stato, Telefono Azzurro e Save the Children.
Le indagini sul consumo del web
Ad alimentare le riflessioni sono molte indagini demoscopiche e ricerche, pubblicate in questi giorni, relative al consumo del web da parte dei giovani. I dati forniti da Telefono Azzurro e Doxa evidenziano che il 71% dei giovani intervistati ritiene di aver aumentato il tempo trascorso online negli ultimi due anni. Dalle risposte dei ragazzi emerge che le attività “digitali” più eseguite sono chattare (58%), ascoltare musica (53%), giocare (48%), seguire lezioni a distanza (39%), guardare film o serie tv (38%), pubblicare foto/video/storie su Tik Tok, Instagram e altri social (23%). La ricerca sottolinea che circa la metà dei giovanissimi gioca online da 1 a 3 ore al giorno. L’indagine condotta da Generazioni Connesse, in collaborazione con Skuola.net, Università degli Studi di Firenze e Università Sapienza di Roma, mostra invece che nell’ultimo anno è avvenuto un uso leggermente più consapevole della Rete, pur in un contesto di aumento generalizzato delle ore passate sui dispositivi digitali. Se infatti tra il 2019 e il 2020 era più che raddoppiata la percentuale di coloro che raccontavano di essere connessi dalle 5 alle 10 ore al giorno - passando dal 23% al 59% - nell'ultimo anno il dato ha iniziato lentamente a calare fino alla più recente rilevazione secondo cui il 42% dei ragazzi è stato collegato al web per un tempo medio così lungo. Meno ore su Internet anche per coloro che si dichiarano "sempre connessi", che scendono dal 18% rilevato nel 2021 al 12% della prima rilevazione del 2022. Il restante 46% degli adolescenti coinvolti nella ricerca, invece, stima di passare online meno di 4 ore al giorno, contro il 23% complessivo di 12 mesi fa.
Strappato (Polizia postale): giovani esposti a grandi rischi
Alla luce di questi dati e del fatto che bambini e giovani trascorrono sempre più tempo in rete in assoluta solitudine, tutte le organizzazioni per l’infanzia e la gioventù chiedono di rafforzare l'educazione al mondo digitale di insegnanti e genitori. D’altra parte, oltre che a fenomeni di dipendenza, un uso inconsapevole dei dispositivi elettronici e del web espone a veri e propri reati contro la persona. Barbara Strappato è direttore della prima divisione del servizio Polizia Postale e delle comunicazioni: “Il web offre grandi risorse ma espone anche a rischi – spiega – i minori possono essere convolti nel cyberbullismo, in quello che chiamiamo sexting ovvero lo scambio di immagini e video intimi, fino al dramma della pedopornografia on line, aspetti diversi ma che coinvolgono i più vulnerabili, i nostri giovani e bambini”.
Aumento esponenziale dei reati
Secondo la dirigente della Polizia postale con la pandemia si è registrato un aumento dei reati digitali con riferimento specifico ai minori: “Nel 2020 rispetto al 2019 abbiamo avuto un incremento del 132% dei reati, la crescita è proseguita nel 2021 con un ulteriore aumento del 73%; anche in termini di repressione è aumentata la nostra azione, nel 2020 abbiamo indagato un numero di persone superiore del 90% rispetto all’anno precedente e il 13% in più nel 2021 rispetto al 2020”. Un fenomeno sempre più diffuso è quello del revenge porn, Strappato parla di “forme di aggressione della sfera intima” per prevenire le quali sono necessarie attività di educazione digitale rivolta ai minori, genitori e insegnati per poter dare il giusto valore alle azioni on line. “Lo schermo che si frappone fra le persone – spiega ancora - non sempre consente di avere una percezione corretta. Soltanto dando valore all’altro alcuni comportamenti vengono percepiti come sbagliati”.
Pedopornografia e indagini internazionali
La dirigente Strappato parla poi dell’importanza della denuncia tempestiva del reato per cercare di limitare i danni e scoprire i responsabili, “noi veniamo a conoscenza dei reati o attraverso le segnalazioni o attraverso il monitoraggio del web come vere e proprie pattuglie on line – racconta l’esponente della Polizia di Stato -. Quando poi ricostruiamo la verità dei fatti spesso scopriamo che sono altri giovani a commettere reato compiendo atti di cyberbullismo”. “La denuncia – continua Strappato - è una forma di ristoro per la vittima che si sente capita mentre chi commette il reato comprende la gravità di quello che ha fatto e può essere riportato sulla strada corretta”. Infine Strappato riferisce anche di un incremento della pedopornografia on line (73%) e dell’importanza della cooperazione internazionale per perseguire questo reato. “A livello internazionale abbiamo ancora molti passi da fare – conclude – perché le comunità di pedofili si trovano in tutto il mondo e le nostre interlocuzioni sono continue. Fortunatamente con i colossi del web i rapporti sono quotidiani, altre forme di interlocuzione vanno invece affinate".
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